La storia di San Siro, lo stadio che rischia di scomparire: dagli albori al terzo anello [RACCONTO e FOTO]

San Siro potrebbe sparire. Il via libera della Soprintendenza ai beni culturali potrebbe far calare il sipario sullo stadio: ripercorriamone la storia

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  • San Siro 1926
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  • San Siro 1927
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  • San Siro anni '30
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  • San Siro anni '50
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  • San Siro 1954
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  • San Siro anni '60
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  • San Siro anni '90
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L’occhio vuole la sua parte, su questo non c’è dubbio. Ma anche il cuore non scherza. Se c’è uno stadio che ha fatto la storia, che ha fatto vivere notti magiche ai tifosi di Inter e Milan (e non solo), che ha visto gioire e vincere, quello è ‘San Siro’. Un tempio del calcio, divenuto un simbolo della città di Milano. Soprannominato ‘La Scala del calcio’ per via del teatro del capoluogo lombardo, lo stadio ‘Giuseppe Meazza’ rischia di scomparire. E già, perché la Soprintendenza ai beni culturali ha dato l’assenso alla demolizione, ritenendo l’impianto di nessun interesse. Questo giudizio ha suscitato l’indignazione dei nostalgici, dei romantici, di quei tifosi che erano lì ad esultare per la prima Champions del Milan o per quella dell’Inter, di quelli che festeggiavano un gol di Mazzola o uno di Rivera, per chi ha visto calcare il prato del ‘Meazza’ a van Basten piuttosto che a Ronaldo. Un gioiello dell’architettura italiana, certo un po’ datata ma se vogliamo ammodernarci perché abbatterlo? Costruire uno stadio nuovo lì vicino non è impossibile, anzi, e manterrebbe in vita quella che con gli anni è diventata anche un’attrazione. “La prima volta che vedi lo stadio Giuseppe Meazza è impossibile non avere un sussulto. Quando è illuminato sembra un’astronave atterrata nella periferia milanese” (The Times). Ha ragione il tabloid inglese, come si fa a non emozionarsi di fronte ad uno spettacolo del genere? Vogliamo ripercorrere brevemente le tappe e le trasformazioni che hanno portato San Siro allo stato attuale.

San Siro 1926
San Siro 1926

Agli albori di un mito: la prima pietra

Sembra esista da sempre, invece no. Il Milan, fondato nel 1899, ha giocato le prime partite della sua storia dividendosi tra vari campi della città: da Porta Vittoria al Trotter, finché quest’ultimo non fece spazio alla stazione centrale (negli anni della crescita industriale). Il Milan iniziò una lunga peregrinazione: si spostò prima all’Acquabella, poi in via Fratelli Bronzetti, Ripa Ticinese, fino alla struttura di Viale Lombardia, fatiscente e pericolante. La stessa Inter, dopo la fondazione nel 1908, ha disputato i primi match interni all’Arena Civica. San Siro era una piccola frazione: quattro case sul fiume Olona, che spesso esondava. Faceva parte del Comune di Lampugnano. Ora, vuoi le condizioni dello stadio in cui giocavano i rossoneri, vuoi per la nascita di una seconda squadra, si pensò che ci volesse un impianto grande, magari capace di ospitare entrambe le compagini (anche in ottica avveniristica). L’iniziativa partì dal Milan. Fu il presidente rossonero Pietro Pirelli, a capo dell’industria delle gomme, a sborsare 5 milioni di lire. La prima pietra fu posta l’1 agosto del 1925. In tempi record, 13 mesi, la struttura progettata da Ulisse Stacchini e Alberto Cugini venne portata a termine.

L’inaugurazione, le partite della Nazionale e il primo ampliamento

Il 19 settembre 1926 venne inaugurato lo stadio di San Siro. Il derby Milan–Ambrosiana (nome imposto all’Inter negli anni ‘20) finì 6-3 per gli ospiti. Il giorno dopo venne organizzata un’altra amichevole, la prima internazionale: una mista Milan–Inter contro la Deutscher FC Praga, uno dei più forti club di quel tempo. La rappresentativa milanese vinse 4-0. Il nuovo impianto rimarrà di proprietà del patron Pirelli fino al 1935, quando verrà ceduto al Comune di Milano. Lo stadio poteva contenere 35.000 persone ed era un tipico impianto da calcio inglese, con due tribune sul lato lungo, di cui una coperta, e le due gradinate, rettilinee, senza curve. C’erano sette porte d’accesso regolari, il sottopassaggio di collegamento tra il campo e i sotterranei, comprensivi di spogliatoi. Addirittura un ristorante, una palestra e l’appartamento per la famiglia dell’allenatore del Milan, che a quei tempi era l’inglese Herbert Burgess.

L’anno successivo toccò alla Nazionale italiana esordire a San Siro. Avversaria la Cecoslovacchia, in uno stadio stracolmo. La partita finì 2-2. San Siro fece da cornice anche al primo Mondiale vinto dagli azzurri, quello del 1934. Come detto, nel 1935 la gestione passò al Comune, che decise per il primo ampliamento. La capienza sale a 55.000 spettatori. Il nuovo impianto viene disegnato dagli ingegneri Perlasca e Bertera e viene inaugurato con l’amichevole Italia–Inghilterra che termina 2-2, nel 1939. Dei cinque milioni spesi per la ristrutturazione uno verrà recuperato soltanto con l’incasso di quella partita (cifra record per l’epoca). Scoppia la Seconda Guerra Mondiale e a calcio non si gioca.

Il Dopoguerra, San Siro accoglie un nuovo inquilino: l’Inter

Il 1° dicembre del 1946 si torna a giocare a San Siro. Protagonista è ancora una volta la Nazionale italiana. Avversaria l’Austria, in un match che durerà oltre i canonici 90 minuti per via di un malfunzionamento del cronometro dell’arbitro. Si gioca nella nebbia e davanti a 60.000 spettatori, stipati nell’unico anello sopravvissuto ai bombardamenti. Gli azzurri vincono 3-2. Nel 1947 arriva un nuovo inquilino a San Siro. E’ l’Inter, che abbandona definitivamente l’Arena Civica. Il campionato 1947-48 vide le due milanesi coabitare. Negli anni del boom economico si pensa ad un nuovo ampliamento, per via della maggiore capienza necessaria ad ospitare le due tifoserie.

San Siro anni '50
San Siro anni ’50

San Siro diventa “il signore dei due anelli”

Un progetto ambizioso, presentato come “lo stadio dei centomila”. Il 12 luglio del 1954 iniziarono i lavori. Venne alla luce sin da subito la natura argillosa del terreno di gioco, che non consentiva il corretto drenaggio. Inter e Milan si allenarono all’Arena Civica, mentre per le gare di campionato la capienza di San Siro venne drasticamente ridotta per favorire i lavori del secondo anello. Ne viene fuori una struttura d’avanguardia. Vengono realizzate le strutture per le rampe a torre che ne caratterizzano ancora oggi i quattro angoli. Arrivano i parcheggi e un’area per accogliere i mezzi pubblici. Vengono realizzate postazioni telefoniche per la stampa, le gradinate coperte. I lavori proseguono per due anni e le milanesi ne beneficiano dal punto di vista sportivo: l’Inter vince il campionato nel 1954, il Milan nel 1955. San Siro diventa uno dei più grandi stadi del mondo: può contenere 100 mila spettatori anche se per motivi di sicurezza la capienza viene subito ridotta a 85 mila. La prima gara nel nuovo stadio è del 3 settembre 1955: un Milan-Dinamo Mosca 1-4. Una settimana dopo si gioca un derby amichevole che i rossoneri vincono per 6-4. Un problema insormontabile sembra essere il deflusso del traffico. Due anni più tardi arriveranno 180 riflettori ad illuminare il prato. E’ il 28 agosto 1957 e si accendono le luci a San Siro in un Milan-Fiorentina amichevole.

Gli anni ’60, i successi dell’Inter di Herrera e del Milan di Rocco

Un decennio di successi per le milanesi, che diventano protagoniste anche sulla scena internazionale. I nerazzurri di Angelo Moratti, guidati in panchina da Helenio Herrera, vincono lo scudetto nel 1963 e due Coppe dei Campioni (nel 1963-64 contro il Real Madrid a Vienna, nella stagione successiva proprio a San Siro contro il Benfica). Poi arrivano un Intercontinentale contro l’Independiente, sempre a San Siro, lo scudetto della stella e un nuovo successo contro gli argentini. Il Milan di Nereo Rocco conquista una Coppa dei Campioni nel 1962-63 (la prima delle italiane), uno scudetto nel 1967-68 e il secondo trionfo europeo nella stagione successiva.

Gli anni ’70 e ’80: San Siro diventa teatro dei grandi concerti e viene intitolato a Meazza

Un decennio non esaltante per Inter e Milan. Due scudetti per i nerazzurri e uno per i rossoneri. Poi lo scandalo calcioscommesse e la retrocessione in Serie B del Diavolo. Ma San Siro è sempre protagonista. A farla da padrone è la grande musica: Bob Marley, Edoardo Bennato, Bruce Springsteen, Madonna, Michael Jackson, David Bowie, Vasco Rossi e Luciano Ligabue ad esibirsi davanti a folle di migliaia di persone.

Nel 1979 Inter e Milan (oltre all’Italia intera) piangono la scomparsa di Giuseppe Meazza. Il miglior calciatore italiano di sempre indossò le due maglie: quattordici stagioni in nerazzurro, meno fortuna in rossonero anche per via degli infortuni. Il più famoso fu la sindrome del “piede gelato”, un’ostruzione ai vasi sanguigni che ne limitava i movimenti. Le due società decidono di intitolare lo stadio all’indimenticato e indimenticabile campione. Chissà quanti si sono soffermati davanti alla targa che commemora il grande ‘Peppin’: «A Giuseppe Meazza, espresso dal suo cuore generoso, il Popolo di Milano intitola questo glorioso stadio più volte illuminato dalle sue gesta d’Atleta».

San Siro anni '90
San Siro anni ’90

Gli anni ’90: il terzo anello, le notti magiche e Tangentopoli

Nel 1990 l’Italia ospitò i Mondiali di calcio. Un motivo di grande orgoglio, tant’è che il Comune di Milano decise per una nuova ristrutturazione di San Siro. Terzo anello creato e posti coperti. Giancarlo Ragazzi ed Enrico Hoffer furono gli architetti artefici del progetto, mentre Leo Finzi fu l’ingegnere. Vennero anche coperti da plastiche i posti a sedere e si raggiunse la capienza di 85.700 persone. A subire modifiche furono anche l’impianto elettrico e quello di illuminazione. Il Milan era all’apice dei successi grazie al trio delle meraviglie Rijkaard-Gullit-van Basten, l’Inter di Trapattoni vinse uno storico scudetto. L’inaugurazione del nuovo impianto avvenne il 2 giugno 1990 dopo un esborso di circa 180 miliardi. A San Siro si giocherà, dopo la gara inaugurale di Italia ’90 Argentina-Camerun, una partita dal particolare sapore storico, Germania Ovest–Jugoslavia, terminata 4–1. Le due nazionali, di lì a poco, scomparvero. San Siro fu tirato in ballo anche nello scandalo Tangentopoli. L’inchiesta dei magistrati coinvolse Clemente Rovati, manager di Edilmediolanum, e Bruno Falconieri, allora assessore al Demanio, che dichiara di aver fatto di San Siro la “Oxford degli appalti”. Dalle intercettazioni telefoniche e dagli interrogatori verranno fuori irregolarità che portarono al raddoppio dei costi dei lavori di ammodernamento. Nel 1996 apre il Museo, il primo ad essere allestito in uno stadio.

San Siro
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Anni 2000, pochi interventi ma decisivi: quale futuro per San Siro?

L’uso di materiali scadenti fece emergere diversi problemi. La manutenzione del manto erboso sembrava impossibile e le rizollature saranno frequenti. A causa dei paletti imposti dalla Uefa riguardo gli impianti che avrebbero ospitato le prossime competizioni, lo stadio subì alcune modifiche: calo della capienza a 80.018 posti, manto erboso sostituito nel 2011, nel 2015 venne aggiunta la “ground box”: 140 poltroncine che permettono di assistere al match praticamente da bordo campo. Dal 2012 il prato non è più di erba naturale ma di un misto sintetico. Lo stadio di San Siro con i suoi 75.923 posti è ad oggi il più capiente d’Italia. La struttura, caratterizzata da elevati standard di comfort e sicurezza, rientra nella Categoria 4 UEFA. Quattro torri d’angolo e sette torri intermedie sostengono travi a cassone in cemento armato precompresso che reggono a loro volta le gradinate. Le quattro torri d’angolo spiccano oltre gli spalti raggiungendo la quota della copertura.

Negli ultimi anni si è dibattuto molto sulla costruzione di un nuovo stadio. Inter e Milan hanno lavorato fianco a fianco e presentato i progetti in Comune. Dopo le iniziali perplessità e i primi rifiuti si è arrivati ad un punto di svolta. Sono due i progetti rimasti in gioco. Il primo è quello di Populous: oltre allo stadio in onore del Duomo di Milano ci saranno due grattacieli: uno in stile CityLife e uno più piccolo. Il secondo è di Cmr con Sportium. Si tratta di un impianto ovale in cui si vedono i due anelli intersecati. Simbolo di Milan e Inter per portare avanti insieme l’idea di condivisione dell’impianto. Il prato dell’attuale San Siro o Meazza, verrà preservato per la realizzazione di un ulteriore parco.

Per quanto riguarda i numeri, che poi son quelli che più interessano, si parla di una capienza di 60.000 spettatori, la proprietà rimarrebbe del Comune con conseguente concessione alle due squadre, i costi si aggirerebbero attorno ai 600-700 milioni di euro, si realizzerebbero anche hotel e centro commerciale. Tutto questo dovrà essere messo al vaglio del Comune di Milano che, in caso di risposta affermativa, vedrà successivamente la formazione di un bando di architetti e non solo specializzati in costruzioni di impianti sportivi. I lavori avranno il via nel 2021 e il nuovo impianto potrebbe essere utilizzato nelle Olimpiadi del 2026.

Non pochi i pareri autorevoli negativi. Gli Architetti Internazionali hanno definito una pazzia la demolizione di un edificio enorme per fare spazio ad uno più piccolo. Anche Silvio Berlusconi, storico presidente del Milan non è aggradato dall’idea dell’abbattimento di San Siro: “Sono assolutamente contrario, è una cosa assurda. E’ nel cuore di interisti e milanisti, spero venga considerata l’idea di destinarlo ad altre funzioni. Come si fa a pensare di demolirlo?”, ha detto il proprietario del Monza.

Come detto all’inizio, in questo periodo le attività si sono intensificate e gli ultimi via libera fanno pensare che San Siro, il Giuseppe Meazza, non esisterà più tra qualche anno. Poter pensare di demolire in due secondi un pezzo secolare di storia milanese e italiana sembra una follia, un’eresia. In cuor nostro, da nostalgici, da romantici, speriamo che il Comune e le società decidano di riconsiderare l’ipotesi di costruire un nuovo impianto senza abbattere quello vecchio. Ma, se così non sarà, potremmo ritenerci fortunati nell’essere riusciti ad assistere a delle gare in uno degli stadi più belli e importanti di sempre. In alto la FOTOGALLERY con tutte le trasformazioni di San Siro in quasi cento anni di storia.

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