Un’esperienza non certo facile per chi come Ronaldinho ha sempre il sorriso stampato in faccia. Il brasiliano ha dovuto fare i conti con il carcere e si trova ancora agli arresti domiciliari in un hotel di Asuncion, in Paraguay, dopo essere entrato nel Paese ormai più di tre mesi fa con un passaporto falso. L’ex asso del Barcellona ha raccontato i mesi difficili in un’intervista al ‘Mundo Deportivo’: “Non è sempre stato facile, però ho cercato di rimanere allegro facendo quello che so fare meglio: giocare a calcio. Divento triste solo quando non posso far felice le persone. Ma per fortuna ho avuto pochi infortuni in vent’anni di carriera. Qui all’Hotel Palmaroga mi trattano benissimo. Abbiamo tutto, siamo tranquilli e qualsiasi cosa ci serva cercano di trovarla nella maniera più semplice possibile. Sono stati sessanta giorni particolari. La gente a casa può immaginare cosa significhi non poter fare quello a cui non si è abituati. Credo che vivere questa esperienza così complicata rimarrà per sempre in tutti noi”.
L’hotel ha trasformato il salone in un campo da calcio: “Possiamo fare sport quasi tutti i giorni. Abbiamo una palestra dove possiamo lavorare e una sala che ci hanno adattato per giocare a calcio. Spero che tutto torni alla normalità e che possiamo tutti tornare a casa nostra. E che tutto torni ad essere come prima”.