Vergogna Genoa, questa squadra merita la B! Anche quest’anno salvata dal biscotto?

Lecce e Genoa si giocheranno la salvezza negli ultimi 90'. Ma chi merita di rimanere in Serie A? Se esistesse un Dio del calcio premierebbe i salentini
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In un campionato in cui i verdetti sono arrivati con molte giornate d’anticipo, ce n’è uno che stenta a venir fuori. Si tratta della terza squadra retrocessa, quella che andrà a fare compagnia a Brescia e SPAL. La lotta salvezza si è ridotta, nelle ultime settimane, a due compagini: Genoa e Lecce. E nella penultima giornata, quella che poteva regalare al Grifone la matematica certezza di giocare in Serie A anche nella prossima stagione, è arrivato il colpo di scena. I rossoblu di Davide Nicola sono crollati a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Addirittura 5-0 il punteggio finale (con i neroverdi che potevano farne 10!). Una squadra impresentabile, presa letteralmente a pallonate da quella di De Zerbi. Il Lecce ha fatto il suo dovere, andando a vincere sul campo dell’Udinese e riaprendo i giochi. Un successo (1-2) che ripaga la squadra di Liverani della sfortuna avuta nelle ultime giornate. A partire proprio dallo scontro diretto al ‘Ferraris’. Partita in bilico fino al palo colpito da Jagiello e al pallone sbattuto sulla testa di Gabriel e infilatosi in rete per i tre punti del Genoa. Poi la sconfitta (anche qui immeritata) contro il Bologna. Primi minuti da incubo per i salentini, con i felsinei avanti 2-0, poi la riscossa dei giallorossi: la rimonta sino al 2-2 e la voglia (forse anche l’incoscienza) di voler vincere a tutti i costi, punita nel finale da Barrow. Ma, anche a Bologna qualche episodio dubbio, specialmente sull’azione del 3-2. E tanti altri nel corso della stagione (basti pensare ai rigori dati alla Sampdoria al ‘Via del Mare’). Ma non è solo una questione di fortuna. Sono tanti i motivi per cui il Lecce meriterebbe la salvezza molto più del Genoa.

Perché il Lecce merita la salvezza più del Genoa?

Partiamo dal GIOCO. Almeno fino alla pausa forzata per il lockdown, i salentini hanno mostrato una manovra interessante, avvolgente, a tratti anche molto piacevole (specie fuori casa). Le lacune in organico sono evidenti (e lo erano da inizio stagione), ma Liverani è stato bravo a sopperire al tutto con le sue idee, con il suo gioco. Vogliamo parlare del Genoa? Gioco latitante, vittorie arrivate più per demeriti degli avversari che per meriti del Grifone.

I GOL SUBITI. E qui siamo agli stessi livelli. Anzi, a dire il vero, il Lecce è la difesa più perforata del campionato, anche più delle già retrocesse Brescia e SPAL. Ma Liverani cerca l’impresa: riuscire a salvarsi con oltre 80 gol presi. Si dice che c’è sempre una prima volta…

SEMPRE LA STESSA STORIA. Ogni anno il Genoa parte con un obiettivo diverso dalla salvezza, o forse c’è chi sopravvaluta ogni estate l’organico messo a disposizione da Preziosi all’allenatore di turno. E ogni anno si ritrova a lottare sino all’ultimo per non retrocedere. A gennaio arriva la mezza rivoluzione e a maggio la salvezza (sempre per il rotto della cuffia). Sarà perché maggio l’abbiamo passato da un pezzo, sarà perché alla lunga il troppo stroppia, vorremmo un finale diverso.

IL BISCOTTO CI HA STANCATO. Se stavolta facessimo un classico cappuccino e cornetto? Basta con il biscotto. Già nel finale della scorsa stagione abbiamo dovuto assistere al penoso 0-0 tra Fiorentina e Genoa, con entrambe che hanno conquistato la salvezza. E quest’anno sarà molto probabilmente Juric l’arbitro della contesa. Qualora il Lecce vinca contro il Parma, sarà Genoa-Verona a decidere il destino dei salentini. Un pari non basterebbe al Grifone (a meno che il Lecce non vinca). Serve una vittoria contro l’ex calciatore e allenatore rossoblu Juric, che ha promesso di andare a Genova per vincere. Speriamo che i biscotti siano finiti.

ANIMA. Il Genoa, francamente, è una delle squadre più scarse viste negli ultimi 10 anni (e siamo stati generosi) di Serie A. Eppure è lì, un punto sopra il Lecce. E ad oggi salvo. Una squadra senza anima, a differenza di quella di Liverani. I salentini hanno sempre messo il cuore in campo, sempre. Al netto di evidenti limiti tecnici, al netto del livello delle avversarie (spesso superiori), ma non hanno mai mollato. Cosa che non si può dire del Grifone, squadra spesso arrendevole.

I PRECEDENTI. L’Empoli dello scorso anno non meritava assolutamente la retrocessione. E il percorso del Lecce e lo stile di gioco sembrano quelli dei toscani della scorsa stagione. I salentini si augurano un finale diverso, ma come dicevamo c’è sempre una prima volta. E gli altri precedenti insegnano. Imprese memorabili, molto più complicate di quanto deve fare il Lecce. Ricordate il Crotone di Nicola? Una squadra data per spacciata già a gennaio. E poi…vuoi il crollo delle altre, vuoi l’expoloit degli ‘Squali’, l’impresa è stata epica. E favorita anche dalla sconfitta del Palermo contro il già retrocesso Empoli. E la storia si ripete ad anni di distanza. Il già sazio Verona contro il Genoa. E ancora una volta Davide Nicola di mezzo? Può andargli bene due volte? Chissà…E ancora. Ricordate la Reggina di Mazzarri? Nessuno avrebbe scommesso un euro sulla salvezza dei calabresi nell’anno della penalizzazione, eppure…Certo, favole che si verificano poche volte nella storia. Ma il Lecce farà di tutto per iscriversi al club dei privilegiati.

LA RIVINCITA DEGLI EX. Dicevamo di Juric, ex calciatore ed allenatore del Genoa. Aggiungiamoci anche Miguel Veloso, genero di Preziosi. Ma al Verona ci sono anche Lazovic e Salcedo. Altri due ex desiderosi di riscatto. In Liguria non è andata benissimo per loro, in Veneto la rinascita. Ora la gara per far vedere al Genoa che si è sbagliato sul loro conto.

ATTACCANTI A CONFRONTO. Non solo il Lecce ha segnato cinque gol in più rispetto al Genoa, ma se confrontiamo soltanto i numeri relativi agli attaccanti notiamo una differenza impietosa. Sommando le reti di tutte le punte genoane arriviamo a malapena a 20, con Pandev a quota 9 (miglior marcatore). Lapadula ha fatto, da solo, la metà dei gol messi a referto da tutto il reparto offensivo rossoblu: 10. E se a questi aggiungiamo quelli delle altre punte arriviamo a 25 (non contando Mancosu 14 reti, che è un centrocampista ma segna come una punta anche grazie ai rigori). Numeri veramente impietosi quelli dell’attacco del Genoa.

ATTEGGIAMENTO. Il Genoa, come abbiamo già sottolineato, è entrato spesso in campo senza anima, spento, quasi svogliato. Una squadra che lotta per la salvezza non può permetterselo. E la gara contro il Sassuolo ne è un’ulteriore testimonianza. Il Lecce, al contrario, ha fame. Mette tutto quel che ha e, anche se a volte il risultato non ha premiato i ragazzi di Liverani, i salentini non hanno lasciato nulla di intentato.

GESTIONE SOCIETARIA. Anche solo per la serietà della dirigenza e per il percorso della società sarebbe il Lecce a meritare la permanenza nella massima serie. Anche Genoa è una piazza da A, su questo non c’è dubbio. Ma la gestione Preziosi non è stata ottimale, per usare un eufemismo. Contestazioni anche in questa stagione, errori ripetuti. Il Lecce è un modello di gestione oculata, organizzazione. Anche per questo ci deve credere fino alla fine. E se sarà un tentativo vano fa nulla. Ma non devono esserci rimpianti.

Ultima giornata

Il Genoa si salva se:

  • Vince contro il Verona
  • Il Lecce non vince contro il Parma

Il Lecce si salva se:

  • Vince contro il Parma e il Genoa non vince contro il Verona

Abbiamo analizzato un po’ i motivi per cui il Lecce meriterebbe la salvezza molto più del Genoa. Ora traiamo le conclusioni. Il Genoa non ha fatto nulla per salvarsi, è stato spesso in balìa degli avversari. E’ dipeso spesso dagli altri. Il Grifone, diciamolo chiaramente, si sta salvando più per demeriti altrui che per meriti propri. Gli unici a meritare la salvezza sarebbero i tifosi del Genoa, che in queste stagioni difficili non hanno mai fatto mancare il loro apporto e il loro supporto. Una salvezza che sarebbe meritata solo da una minima parte dei calciatori rossoblu. Un Genoa che va ogni stagione sempre più verso il baratro, verso un declino lento ma inesorabile. Se esistesse un Dio del calcio, e se fosse giusto, allora gli ultimi novanta minuti del campionato dovrebbero premiare il Lecce. Quel che è certo è che Liverani e la sua squadra ci proveranno e spereranno in buone nuove da Genova. E se dovessero retrocedere vorrà dire che doveva andare così.