In tempi normali gli esami di stato sono a luglio. Ma non quest’anno. Serie A posticipata? Esami di stato posticipati. E così ci tocca dare i voti ad inizio agosto, nel periodo in cui – di norma – iniziano le amichevoli estive e c’è già odore di Coppa Italia. Questa volta è diverso, è tutto diverso. Il massimo campionato italiano ha da poco emesso i suoi verdetti e noi, a poco dalla fine, stiliamo il nostro consueto pagellone. Tra piacevoli conferme e sorprese e qualche delusione, ecco i giudizi della redazione di CalcioWeb.

ATALANTA 9
Che dire. Complimenti su complimenti. Ormai si sprecano e diventano quasi scontati. Ma, se già è un miracolo quello che questa società sta compiendo da qualche anno, a rendere ancora più epico il cammino è la capacità non solo di confermarsi, ma di fare ogni anno sempre meglio del precedente. Chapeau!
BOLOGNA 6
Senza infamia né lode, sufficienza piena. Alterna grandi colpacci (l’ultimo a Milano con l’Inter) a qualche delusione, così come la striscia lunghissima di partite subendo almeno un gol. Povero Skorupski…
BRESCIA 5
Avevamo dato 7.5, quest’estate, al mercato delle Rondinelle, da noi definito come il migliore tra le neo promosse. Cellino aveva trattenuto Tonali e la coppia gol Donnarumma-Torregrossa, oltre ad aver acquistato Balotelli, pur sempre un colpaccio nonostante i limiti caratteriali. Ma, come Cellino fa, Cellino disfa. C’è lui, infatti, tra i maggiori protagonisti (in negativo) della retrocessione della sua squadra. A partire dai continui, inutili e controproducenti esoneri in panchina fino alle liti con Balotelli stesso, con quest’ultimo ovviamente non esente da colpe. Il risultato è il classico: un caos totale. E nuovamente Serie B.
CAGLIARI 6
Probabilmente da 9 nella prima parte di campionato. E’ la rivelazione, ma neanche tanto sorprendente. Nainggolan fa ciò che sa fare meglio, Simeone e Joao Pedro ne approfittano alla grande senza far rimpiangere Pavoletti e il Cagliari diventa un’orchestra perfetta. Poi qualche componente (dell’orchestra) decide forse di rompere gli equilibri. La scelta di esonerare Maran, nonostante i risultati negativi, è un azzardo. Quella di chiamare Zenga, ancor di più, considerando il curriculum non entusiasmante dell’ex portiere. E infatti non brilla, al netto di un girone di ritorno anonimo. Alla fine, probabilmente, si poteva fare meglio. Per questo, il voto non va oltre la sufficienza.
FIORENTINA 5
Premessa. Nel calcio non è affatto facile ottenere subito dei risultati dopo essere entrato a capo di un club. Ma, se il primo anno le attenuanti sono tante, lo stesso non si può dire del secondo. I tifosi viola iniziano la stagione con il “biscotto” contro il Genoa dell’anno prima ancora negli occhi ed una retrocessione sfiorata. Poi arriva Ribery, Chiesa viene trattenuto, l’entusiasmo è alle stelle ma i risultati non arrivano. Sbagliata la scelta di confermare Montella, ma Iachini non farà meglio. E viene riconfermato. Stesso errore o scelta saggia? Bisogna attendere la prossima stagione, ma intanto il voto è insufficiente.
GENOA 4
E’ il Grifone la peggior squadra della stagione. Ma si è salvato, diranno in molti. Sì, ma per merito degli altri. Un calcio brutto da vedere, attaccanti che sono più ricercati dei peggiori latitanti (si salvano solo Pandev e parzialmente Sanabria). I soliti, madornali errori di Preziosi e le solite contestazioni dei tifosi. Ma di andarsene, il presidente del Genoa, non ne vuole proprio sapere. Purtroppo per i genoani.
HELLAS VERONA 8 –
Incredibile e piacevole rivelazione. All’Hellas va uno dei voti più alti della nostra redazione. E ci dobbiamo rifare della cattiva valutazione data la scorsa estate al mercato scaligero. Un 4.5 frutto di nomi di stranieri sconosciuti ed esordienti e il rischio di un altro Benevento o Frosinone. Ma la scommessa, questa volta, è vinta, e tanti meriti sono di Juric.
INTER 6.5
Nonostante tutto, alla fine, centra un secondo posto. E, anche se le ultime due della Juve “non contano”, si piazza a meno uno dalla vetta. Paga la rosa corta e la mancanza di riserve adeguate, Antonio Conte, al netto di alcuni uomini “spremuti” a mille ed esaltati dall’atteggiamento dell’allenatore. Alla fine, però, tutto questo non frutta molto in ottica primo posto, al di là di qualche “solletichino” ai bianconeri che negli scontri diretti diventa disfatta.
JUVENTUS 7 +
Premiata ma non troppo. Se dobbiamo considerare la continuità, la capacità (non semplice) di riconfermarsi ogni anno, i problemi legati al nuovo allenatore e allo stop per pandemia, il voto potrebbe anche essere più alto. Ma le difficoltà, in questa stagione, non sono mancate. Dalla difesa ballerina al “Sarrismo” mai visto, con l’impressione che, senza lockdown, i bianconeri avrebbe anche potuto perderlo questo Scudetto. Tradotto? I meriti ci sono, ma i demeriti delle avversarie hanno influito.

LAZIO 9
Peccato. Peccato davvero. Siamo quasi tutti sicuri che senza lockdown avremmo visto una Lazio diversa nel finale. Fino a marzo, praticamente, Simone Inzaghi compie un miracolo, comunque ben supportato da una società che in questi anni ha cambiato poco e si è continuata ad affidare agli uomini chiave in campo (Acerbi, Milinkovic, Luis Alberto, Immobile). Paga anch’essa la rosa corta e una ripresa post Covid in cui risulta lontana parente di quella vista prima. Ma il 9 ci sta tutto. Anche perché, in fin dei conti, centra la Champions a più di dieci anni dall’ultima volta.
LECCE 5
Più del Genoa, diranno in molti. Sì, anche in questo caso. Perché i salentini, a differenza della squadra di Nicola, hanno mostrato idee, trame di gioco interessanti e ci hanno messo il cuore. Limiti tecnici insormontabili, specie nel reparto arretrato, ma salvarsi con un organico del genere sarebbe stato un autentico miracolo. E Liverani e la sua squadra sono arrivati ad un passo dal compiere l’impresa.
MILAN 7-
Da 3 almeno per tutto il girone d’andata. Poi però arrivano Ibra e Pioli. E, se il secondo non è altro che una conferma, il primo diventa una sorpresa. Con meritata riconferma. Il tecnico rossonero, che sostituisce un Giampaolo bocciato, rivolta il Milan come un calzino, aiutato sicuramente dallo svedese e da un lockdown che rimescola i piani. Se lo stop ha influito? Non lo sapremo mai. Anzi sì, basta attendere la prossima stagione.
NAPOLI 5.5
Deludente. Molto. Non consideriamo qui Champions League e Coppa Italia perché il giudizio è inerente solo e soltanto al campionato. E son dolori. Ancelotti si rivela un flop, non aiutato dalla diatriba calciatori-De Laurentiis per la questione rinnovi. Gattuso riporta la calma (e se lo fa lui…) e le cose si sistemano, ma per la Champions è troppo tardi e il Napoli è insufficiente.
PARMA 6 +
Fino a qualche settimana fa, aveva anche cullato il sogno Europa. Poi rallenta nel finale ma si regala un più che meritato 6.5. Valorizza Kulusevski, esalta Gervinho e Cornelius e “si diverte”.
ROMA 6
Meno della sufficienza no, per via della conquista del quinto posto, ma… si poteva (e doveva) dare di più. Sulla carta ha una rosa più forte almeno di Lazio e Atalanta che la precedono, ma non soddisfa appieno, peccando di continuità tra voci legate alla cessione, ambiente spaccato e qualche errore individuale.
SAMPDORIA 6.5
Più che alla Samp, qui il voto andrebbe quasi del tutto a Claudio Ranieri. L’ex Roma e Leicester ha compiuto un mezzo capolavoro, riuscendo a salvare i blucerchiati con una seconda parte di torneo da zone alte della classifica. Questo, nonostante la spaccatura nell’ambiente tra tifosi e presidente, lo “spoglio” mercato estivo, l’esonero di Di Francesco e una retrocessione che ad un certo punto sembrava realtà.

SASSUOLO 7
Passano gli anni ma il club neroverde continua a confermarsi come una tra le squadre che esprimono il miglior calcio della Serie A. Sbarazzino, offensivo, rapido. Al netto dei (per forza di cose) tanti gol subiti, l’undici guidato da De Zerbi diverte e si diverte, lontano da pressioni di risultati o piazzamenti ambiziosi. E le potenzialità le avrebbe: conferma Berardi, sorprese Boga e Caputo. E nel calcio post Covid è da Scudetto.
SPAL 4.5
L’esonero di Leonardo Semplici, via da Ferrara dopo anni nella panchina biancazzurra pieni di successi e promozioni, sa tanto di “fine ciclo”. La stagione parte male, i risultati non arrivano, la squadra e la società sembrano “arrendersi” al destino B. La scelta di Di Biagio è un azzardo, ma serviva comunque un miracolo, che non arriva.
TORINO 4.5
Male. Molto male. Si salva quasi per miracolo dopo aver iniziato la stagione coi preliminari di Europa League. Un calo netto, a picco, confermato dall’esonero di Mazzarri nel bel mezzo della stagione. Cammino decisamente sotto ritmo rispetto alle potenzialità di una rosa che poteva fare decisamente molto di più.
UDINESE 6
Salvezza non senza fatica. E fa strano, considerando come ha operato negli anni questa società e cosa è stata in grado di fare. Guardando la rosa e le ambizioni attuali, però, l’obiettivo da conseguire è stato raggiunto, e va bene così. Da qui la sufficienza.