Cesare Maldini: i colpi di manico di scopa della mamma, il siparietto con Sacchi e quella volta che voleva picchiare Domenech

Si rinnova l'appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Cesare Maldini, ex calciatore e allenatore scomparso nel 2016

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Cesare Maldini è una leggenda del calcio italiano e del Milan. Un triestino doc. Burbero di carattere, ma elegante in campo. Un libero atipico, uno di quelli che invece di sparacchiare la palla la giocava. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Un uomo ricordato sia da giocatore che da allenatore, ma anche per la parodia di Teo Teocoli, non particolarmente amata dal tecnico. Avrà sei figli, tra cui Paolo, che diventerà uno dei più grandi difensori della storia del calcio. D’altronde buon sangue non mente. E il figlio di Paolo e nipote di Cesare, Daniel, promette altrettanto bene ed ha già debuttato con il Milan. Dopo due difensori, un trequartista. Ma torniamo al nostro protagonista, Cesare. Figlio unico, un padre spesso lontano per lavoro, a 12 anni voleva arruolarsi e insieme ad un amico pensò di presentarsi a Cervignano, alla caserma della Wehrmacht. La madre gli fece cambiare idea, a suo modo. Lo prese a colpi di manico di scopa. Voleva diventare odontotecnico (studiò anche per questo) ma divenne prima terzino e poi libero, uno dei più forti di sempre.

Nel 1963 vinse la Coppa dei Campioni. Con il Milan ha vinto anche quattro scudetti. Da allenatore Maldini è stato vice di Bearzot ai Mondiali di Spagna vinti dall’Italia nel 1982. Dal 1986 al 1996 ha allenato la nazionale italiana Under 21, con cui ha vinto tre campionati europei e nel ’96 è passato sulla panchina della nazionale maggiore portando gli azzurri ai Mondiali di Francia del 1998. Nel marzo 2001 andò a sedere temporaneamente sulla panchina della prima squadra rossonera come direttore tecnico, affiancando l’allenatore Tassotti in sostituzione dell’esonerato Zaccheroni. Il 27 dicembre del 2001, a 69 anni, accetta la proposta del Paraguay e diventa il ct più anziano nella storia dei Mondiali, battuto poi da Otto Rehhagel nel 2010. Il Paraguay si qualifica agli ottavi per la seconda volta nella propria storia e saluta la competizione agli ottavi contro la Germania, trafitto da un gol di Neuville a due minuti dalla fine. È il 15 giugno 2002, l’ultima panchina di Cesare Maldini.

Un giorno, quando era ct della Nazionale, un giornalista della Rai ebbe la malsana idea di intervistarlo a tu per tu. Maldini era nervoso di suo e tutte le domande lo alterarono ancora di più: “Questa è una domanda banale, quest’ altra è una sciocchezza”. E nel finale esplose: “Vai a casa, bassottino…fai anche male il tuo mestiere, qui non ci vieni più”.

Un paio di divertenti aneddoti sono stati raccontati dal giornalista Daniele Gerbo. Ne prendiamo in prestito alcuni per arricchire il racconto e farvi capire che dietro un uomo burbero c’era anche un personaggio divertente. Il primo titolo con l’Under 21 arrivò al culmine di un Europeo iniziato malissimo. Un 6-1 incassato dalla Norvegia. Il presidente della Federcalcio Matarrese, incrociando gli azzurrini all’aeroporto di Oslo, rimproverò aspramente Maldini per la figuraccia e disse che se quei ragazzi fossero stati figli suoi, li avrebbe presi a ceffoni. Il ct e i calciatori se la legarono al dito e disputarono un grande torneo. Un giorno due giornalisti aspettavano il pullman che li avrebbe portati a Pisa per la partita della Nazionale. Maldini li notò e i due temettero un rimprovero: “Che ci fate qui?”. “Ce ne andiamo subito, abbiamo il treno per Pisa”. “Non esiste. Voi venite in pullman con noi”, disse Cesarone. E i giornalisti partirono con la squadra.

Poi, a Montpellier, l’Italia affronta in semifinale la Francia del ct Raymond Domenech, che alla vigilia è così incauto da dichiarare: “La squadra di Maldini gioca un calcio arcaico”. Ai calci di rigore vincerà l’Italia. Alla fine Maldini cerca di avventarsi su Domenech per regolare i conti, ma fortunatamente viene trattenuto dal suo secondo Marco Tardelli. L’Italia conquistò poi il suo secondo titolo consecutivo battendo, con un Golden Goal di Orlandini nel secondo supplementare, il Portogallo. Qualche settimana dopo, Domenech venne arrestato dalla polizia statunitense mentre vendeva i biglietti della Federcalcio francese ai mondiali di Usa ’94. L’accusa fu di bagarinaggio. All’Europeo 1996, in semifinale,è ancora Italia-Francia. Alla vigilia, Maldini viene provocato da un giornalista: “E’ contento di ritrovare Domenech?”. La sua risposta fu strepitosa: “Non parlo di bagarini”.

Altro episodio è quello dell’Europeo Under 21 del 2000, a Bratislava. Si organizza un’amichevole tra giornalisti italiani e locali. Maldini è lì come osservatore del Milan, mentre Sacchi è la voce tecnica delle telecronache di Mediaset. Maldini sarà allenatore dei giornalisti, Sacchi capitano. I due non sanno nulla e si ritrovano a sorpresa sul campo. Non si amavano. Stili e caratteri diversi, filosofie di gioco opposte. Dopo pochi minuti Sacchi accusa un problema muscolare e chiede il cambio. Nell’intervallo, il giornalista Daniele Gerbo li convince a fare gli attori a beneficio di telecamera. I due accettano e ad inizio ripresa ne esce fuori un divertente siparietto, Sacchi si avvicina alla panchina di Maldini dicendogli con fare stizzito: “Mister, io questa sostituzione non l’ho mica capita!”. E Cesare: “Ma stai zitto che andavi a due all’ora !” Poi i due scoppiano a ridere e si sciolgono in un abbraccio.