Dario Hubner, il siparietto con Ancelotti e la bestemmia all’ultima partita. Grappa, sigarette e videoclip

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Dario Hubner, ex attaccante italiano

CalcioWeb

Capace di segnare con regolarità in ogni categoria e unico giocatore insieme a Igor Protti ad aver vinto la classifica dei cannonieri di serie A, B e C1 rispettivamente con Piacenza, Cesena e Fano. Dario Hubner è stato un mito per molte generazioni, quello che si definisce un attaccante di culto. E dire che nel calcio che conta ci è arrivato tardi, a 20 anni. Prima faceva il carpentiere. Sembrava destinato ad essere quello che viene definito “bomber di provincia”. Lo notano gli osservatori della Euromobil Pievigina, che lo portano a giocare in Interregionale, dove la paga è poco più che un rimborso spese per la benzina del tragitto da casa al campo. Dopo i 10 gol alla prima stagione gli viene proposto di fare del calcio un mestiere. Hubner ci pensa perché sarebbe un salto nel vuoto, mentre il carpentiere è un mestiere sicuro. Poi accetta. Va a giocare con il Pergocrema. Poi Fano, Cesena, Brescia e Piacenza. Queste quattro squadre lo consacreranno a bomber vero. Gioca anche con Ancona, Perugia, Mantova, Chiari, Rodengo Saiano, Orsa Corte Franca, Castel Mella e Cavenago. Dimenticabili, invece, le parentesi da allenatore. Ha aperto un bar, affidato poi ad alcuni amici.

Il suo cognome è di origini tedesche. Il nonno paterno, di Francoforte, si trasferì dalla Germania a Trieste, sua città Natale. I soprannomi di ‘Tatanka’ e ‘bisonte’se li è guadagnati sul campo, a causa della postura che assumeva durante la corsa con il pallone. Nel 2015 ha preso parte con un cameo al videoclip del brano intitolato ‘L’estate di Hubner’, della band Toromeccanica, un gruppo pop del Salento.

Venne squalificato nella stagione 2006-2007. Hubner firmò un contratto non consentito dalla Lega Nazionale Dilettanti con l’Orsa Corte Franca Iseo. La squalifica fu ridotta da un anno a 6 mesi. Rientrato in campo per il girone di ritorno, gioca 20 partire segnando 17 reti, decisive per la salvezza della squadra. Curiosità anche nell’ultima partita da professionista. Hubner si trova a Cavenago e viene espulso per una bestemmia dopo un gol annullato: “Lo stadio era vuoto e si è sentito tutto. Fosse successo a San Siro non se ne sarebbe accorto nessuno”, dichiarerà.

In un’intervista a ‘Quotidiano.net’ ha confessato alcuni dei suoi vizi, ricordando anche un aneddoto su Saadi Gheddafi, figlio dell’ex leader della Libia: “Ogni tanto nei ritiri bevevo la grappa. Una volta lui si avvicinò pensando fosse caffè: gliela feci assaggiare e apprezzò. Quando giocavamo vicino a Trieste, mio padre veniva a portarmi stecche di sigarette e grappa fatta in casa. Così a Udine regalai una bottiglia molto forte a Saadi. Il martedì era in ritardo all’allenamento. Mi chiesi se gli avesse fatto male la mia grappa. Poco dopo entrò in spogliatoio: ‘Mister Hubner, very good, grazie!‘”.

Non mancavano di certo le sigarette:Fumavo almeno 20-25 Marlboro al giorno alla luce del sole. Mai nessun allenatore ha provato a farmi smettere, a loro importava che mi impegnassi in campo. Facevo tanto sport e una vita regolare: questo mi ha salvato. Da maggio fumo quelle elettroniche“.

Nel 2002 Hubner partecipò ad una tournée americana con il Milan dove giocò tre partite senza segnare. Carlo Ancelotti, allora allenatore dei rossoneri, racconta questo aneddoto nel suo libro: “Era Maggio del 2002, e Dario Hubner fu preso in prestito dal A.C. Milan per la Tournée in America. Ricordo un aneddoto, che successe contro l’Ecuador… Finì il primo tempo, e al rientro negli spogliatoi, mi accingo a parlare con i ragazzi, (da notare che tutti i big erano con le varie Nazionali, a prepararsi per il Mondiale del 2002) cerco Hubner, e non lo trovo. Chiedo agli altri: che fine ha fatto Dario?… Abbiati mi fa: Mister è dietro il bagno. Aprii la porta, e vidi che stava fumando una Marlboro è vicino aveva una piccola lattina di birra, che si era portato dall’albergo. Gli dissi: ma Dario, che fai? Ti stai giocando una conferma nel Milan e vieni a fumare e bere negli spogliatoi? Come lo giochi il secondo tempo?… Lui mi guardò ed in tutta tranquillità disse: Mister, sinceramente è una vita che faccio questo, e se non lo faccio non riesco a rendere al meglio. Per quanto riguarda il Milan, son venuto solamente per la pubblicità in modo che posso allungare la carriera di altri 2-3… A quest’ora ero al mio paese a prendere un po di fresco. Terza cosa: la vuole una sigaretta?… A quella frase tutto lo spogliatoio, cominciò a ridere, ed anche io mi feci una bella risata… Era così Dario, genuino al massimo. Pensava solo a star bene con se stesso”.

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