Juventus, Chiellini a 360°: gli allenatori più importanti, il Ct Mancini, Cristiano Ronaldo e de Ligt

Giorgio Chiellini è un punto fermo della Juventus, le indicazioni del difensore bianconero

CalcioWeb

Giorgio Chiellini continua a confermarsi uno dei difensori più forti del campionato italiano, riesce ancora a fare la differenza in Serie A. Il calciatore della Juventus ha fornito interessanti indicazioni in una lunga intervista a DAZN: “mi ritengo tanto fortunato per gli anni alla Juve, sono pochi quelli che ci sono rimasti così tanto. Mi piace viaggiare, conoscere culture, mi sarebbe piaciuto giocare in Inghilterra, conoscere il tedesco e lo spagnolo, poi però mi guardo indietro e capisco di esser stato fortunato a fare questa carriera”. 

Su De Ligt: “può essere il successore della BBC, fosse stato italiano sarebbe stato più facile trattenerlo, ma mi auguro che Mino Raiola ci faccia il piacere di lasciarlo ancora a Torino. La differenza la fa con la testa: ha 22 anni e la mentalità di uno di 30 che si vuole migliorare ogni giorno”.

“Allegri e Conte sono stati gli allenatori più importanti della mia carriera, così diversi, così vincenti. Da loro ho imparato a superare gli ostacoli attraverso l’etica del lavoro, ma anche a saper prendere le cose alla leggera. Max l’ho ritrovato carico, anche troppo. Gli ho detto: ‘Mister parti piano che ho una certa età e ho giocato l’Europeo, fammi riposare un pochino’. È una certezza per i prossimi anni della Juve, serve un progetto a lungo termine”. 

Sul c.t. azzurro Roberto Mancini, “il vero artefice della vittoria dell’Europeo: tre anni fa lo prendevano per matto quando diceva che potevamo vincere”.

Su Cristiano Ronaldo: “è stato un passaggio importante per la storia della Juve e rimarrà un momento di upgrade per quanto riguarda il brand, adesso la Juventus a livello mondiale è sempre più riconosciuta. Calciatori come lui sono entità talmente importanti che vivono una vita diversa, Cristiano non può nemmeno andare a fare un giro in centro a Torino. Che potesse andare via l’avevo capito, voleva nuovi stimoli e una squadra che giocasse per lui. Qui era nato un programma di ringiovanimento, lui voleva pensare più al presente che al futuro. Sarebbe stato meglio se fosse uscito prima, abbiamo avuto un piccolo shock pagato in termini di punti nelle prime partite”. 

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