Mario Balotelli accende il derby: si propone al Milan e snobba l’Inter

Mario Balotelli è tornato all'Adana ma non chiude la porta ad un possibile ritorno in Italia: le parole sulle squadre milanesi

CalcioWeb

Mario Balotelli è pronto a rimettersi in gioco dopo la pessima esperienza con la maglia del Sion e l’amara retrocessione. L’attaccante italiano è dotato di importanti qualità dal punto di vista tecnico e anche sotto l’aspetto realizzativo si è sempre dimostrato un valore aggiunto. Nelle ultime settimane si è concretizzato il ritorno all’Adana, una squadra turca con ambizioni interessanti.

Il calciomercato regala sempre sorprese e un ritorno in Italia non è completamente da escludere. Le esperienze più importanti della carriera sono state con Inter e Milan, poi un leggero calo e il rendimento deludente in Svizzera.

Balotelli
Foto di Jean-Christophe Bott / Ansa

Balotelli si propone al Milan e snobba l’Inter

In un’intervista in diretta a TvPlay, il calciatore ha affrontato argomenti importanti legati al mondo del calcio, anche italiano. “Arabia Saudita? Se il progetto funziona, anch’io vado fra qualche anno”. Sul vice-Giroud al Milan: “serviva un giocatore più giovane? Eccomi qua. Il problema del Milan è che i giocatori giovani che prendi poi si devono confrontare con San Siro che non è uno stadio come gli altri, servono giocatori di personalità”. 

“Pioli mi piace, ma se Leao non sta bene il Milan fa ben poco. Se Leao ha una giornata no, è difficile che il Milan vinca”. Balotelli è invece ‘freddo’ sull’Inter: “fare la quarta punta dopo il ko di Arnautovic? L’ottava magari (ride, ndr.), io sto bene all’Adana!”. 

Sul rapporto con Mourinho: “non è mai stato un allenatore dal grande gioco. Lui è più carismatico, ti dà la grinta e cattiveria agonistica. Ha le sue idee di gioco, ma non va troppo per la tattica. Ha un bel carattere Mou. È particolare. A me faceva morire dal ridere. C’erano anche scontri, però ti motivava. Tirava fuori il meglio e il peggio di te. Quell’Inter in cui ho giocato era una rosa di 25 fenomeni”. 

“Mourinho è arrivato alla Roma e ha vinto la Conference League, ma è un allenatore che vince sempre. Ed è un qualcosa che devi avere dentro. Non si può attaccare sempre Mourinho: è inattaccabile. Anche Mancini all’Inter aveva la rosa, però non ha vinto come Mou”. 

Sulla Juventus: “vedere la Juve così fa male al cuore. Essere in difficoltà così fa male. Mentre su Szczesny ti dico che il primo gol subito è un errore, ma questi palloni sono difficili da prendere. Se li sottovaluti, subisci gol. Laurienté ha calciato davvero bene, il pallone va su, va giù… Non è così semplice. Poteva fare di più sicuramente, ma non è da massacrare”. 

Infine sull’addio di Roberto Mancini alla Nazionale italiana: “è stato come un papà ai tempi dell’Inter e del City. Ha sbagliato nell’ultima convocazione contro la Macedonia del Nord quando non mi ha chiamato. Ho rinunciato a determinate cose per giocare in campionati competitivi, e quelle cose le ho sofferte. Ma devo tanto a lui per la mia carriera. Capisco che quando entri nel giro della Nazionale, da allenatore, non tutto quello che vorresti puoi ottenere”. 

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