Pogba doping, cosa succede ora? Controanalisi, difesa, altri casi in Serie A 

Paul Pogba risultato positivo al doping: cosa succede ora? I prossimi passi del calciatore e della Juventus in merito alla vicenda

CalcioWeb

La notizia della positività al doping di Paul Pogba ha scioccato tutti in casa Juventus. Nelle urine del calciatore francese sono state trovate tracce di testosterone. L’ex Manchester United è stato sospeso in via cautelare dal Tna. E adesso? Quali saranno i prossimi passi della vicenda? Il calciatore e la Juventus si muoveranno all’unisono? Proviamo a rispondere a quest interrogativi.

Le controanalisi

Il primo step riguarda le controanalisi. Pogba ha diritto di richiedere, entro 7 giorni, un secondo esame sull’altro campione di urine raccolto dopo Udinese-Juventus. Alle controanalisi prenderanno parte anche i periti del calciatore che si assicureranno di monitorare le operazioni e individuare eventuali problemi nelle procedure. L’esame si svolgerà nella stessa struttura in cui sono state effettuate le prime analisi, ovvero il laboratorio antidoping di Roma all’Acqua Acetosa. Difficile, secondo casistica, un esito differente. È chiaro che se dovesse accadere, la situazione subirebbe un clamoroso ribaltamento.

Strategia difensiva

Difficile far leva sull’uso terapeutico del testosterone, anche perchè non sarebbe stata formulata nessuna domanda di esenzione nè prima nè dopo (c’è anche la possibilità di richiesta retroattiva) il controllo. Per quanto riguarda la strategia difensiva, se ne saprà di più dopo le controanalisi. Non è chiaro se club e calciatore saranno insieme nell’iter istruttorio (inchiesta procura antidoping) o prenderanno strade diverse.

I precedenti in Serie A

Un possibile scenario potrebbe presentare analogie con il caso di Fabio Lucioni, trovato positivo al Clostebol metabolita nel 2017. Il medico sociale del Benevento, squadra nella quale militava il difensore, si assunse la piena responsabilità dell’accaduto subendo una squalifica di 4 anni. Lucioni venne comunque fermato per un anno.

Nel 2018, Joao Pedro venne trovato positivo al doping in due controlli effettuati. Il calciatore dimostrò che la positività fu dovuta all’utilizzo di un integratore contaminato prescrittogli in Brasile. La procura propose 4 anni di squalifica, il Tna ridusse la squalifica a 6 mesi.

Più recente il caso di Jose Luis Palomino, positivo al Clostebol metabolita, rintracciabile in una pomata cicatrizzante. Il calciatore è stato assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping, ma sulla vicenda c’è ancora pendente il ricorso della procura antidoping.

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