Fagioli, la verità dell’agente: ludopatia e scommesse, parole taglienti

L'agente di Nicolò Fagioli dà la sua versione dei fatti sul caso scommesse e respinge le accuse del padre del calciatore

CalcioWeb

Dove sono i procuratori quando servono? È stato questo il pensiero espresso dal padre di Nicolò Fagioli in merito al caso scommesse nel quale è stato coinvolto il figlio. Il centrocampista della Juventus, primo nome venuto fuori nell’inchiesta, si è autodenunciato alla FIGC ammettendo di aver scommesso online su piattaforme illegali.

Il padre del ragazzo ha voluto sottolineare come i procuratori, sempre in prima linea quando c’è da firmare un nuovo contratto, sono molto meno presenti quando i loro assistiti hanno problemi extra-calcistici come la ludopatia della quale soffrirebbe Fagioli.

La risposta del procuratore

Marco Giordano, procuratore di Fagioli, intervistato da “La Repubblica”, ha risposto direttamente alle accuse del padre del calciatore: “nessuna mala gestione, siamo stati noi a dirgli di denunciare. Il padre dice che non era a conoscenza di niente e punta il dito su chi cura gli interessi del giocatore. Alcuni piccoli procuratori parlano della mala gestione di agenzie multinazionali. L’unica cosa che posso dire è che il nostro assistito aveva questi problemi pregressi alla firma con noi, la Caa Stellar. Eravamo in prossimità dell’estate e la prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di consigliargli di autodenunciarsi e curarsi. Siamo l’agenzia più grande del mondo ma il rapporto con i nostri assistiti è stretto, continuo e personale.

Nicolò è affetto da ludopatia, problema nato quando non eravamo noi gli agenti. Nonostante questo abbiamo deciso di non lasciarlo solo. Quindi altro che mala gestione, lo abbiamo aiutato in tutti i modi. E devo dire che si è comportato in maniera esemplare da quando ha firmato con noi“.

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