Cosa c’è dietro la crisi del Napoli: due errori imperdonabili

Il Napoli è in evidente difficoltà dal punto di vista tattico e mentale: cosa c'è dietro la crisi del club azzurro

CalcioWeb

Da campioni d’Italia ad una squadra terra di conquiste. E’ il triste declino del Napoli, una squadra quasi perfetta fino a pochi mesi fa. Gli azzurri occupano la 7ª posizione nel campionato di Serie A e anche la qualificazione in Europa è a serio rischio, in più a preoccupare sono le prestazioni della squadra. La sconfitta contro la Roma ha fatto emergere le lacune dal punto di vista tattico e soprattutto mentale.

I motivi del declino

La scelta di Rudi Garcia come allenatore e il richiamo di Walter Mazzarri sono stati due passaggi critici nella gestione tecnica che hanno contribuito in modo significativo alla crisi attuale del club. Uno dei momenti cruciali (in senso negativo) è stato il momento in cui il club ha deciso di affidare la panchina a Rudi Garcia. Il francese aveva già vissuto esperienze negative con altre squadre e la scelta ha subito lasciato perplessi.

Rudi Garcia
Foto di Felice De Martino / Ansa

Il mercato degli allenatori in Italia offriva opzioni di grande valore e in grado di continuare il grande lavoro svolto da Luciano Spalletti. Gli esempi di Thiago Motta e Vincenzo Italiano sono quelli più evidenti. Oggi Bologna e Fiorentina viaggiano a ritmi altissimi e con organici nettamente inferiori alle dirette concorrenti in campionato.

L’incapacità di Garcia di costruire una squadra coesa e di ottenere risultati costanti è stata evidente fin dall’inizio della sua gestione. La mancanza di una chiara identità tattica e il rapporto complicato con una parte dello spogliatoio ha fatto il resto.

La cessione di Kim non può essere la causa

Mentre la cessione di calciatori chiave può certamente influenzare il destino di una squadra, attribuire la crisi del Napoli esclusivamente alla partenza di un singolo calciatore, come Kim, sembra riduttivo. I nuovi arrivi non hanno fatto la differenze, ma il Napoli era già una squadra abbastanza forte per confermarsi al vertice del campionato di Serie A.

Il ritorno di Walter Mazzarri

Dopo l’esperienza negativa con Rudi Garcia, il Napoli ha fatto un altro salto nel vuoto, richiamando Walter Mazzarri. Una premessa: Mazzarri è un buon allenatore, ma non è l’uomo giusto per questo Napoli. Il calcio evolve, e le tattiche e le strategie che hanno funzionato in passato potrebbero non essere più adatte al calcio attuale soprattutto in una squadra chiamata a vincere sempre.

Il livornese si è sempre affidato ad un 3-5-2 con una difesa solida, con esterni di grande spinta e soprattutto attaccanti con determinate caratteristiche. Oggi il Napoli è una squadra piatta, nervosa e soprattutto con evidenti difficoltà tattiche. Osimhen e Kvara sono lontani parenti di quelli della scorsa stagione, i centrocampisti sono ‘piatti’ e non riescono a cambiare passo. Il rendimento con l’arrivo di Mazzarri è addirittura peggiorato e la figuraccia in Coppa Italia contro il Frosinone (0-4) ha riportato l’ambiente nello sconforto. Per ritrovare la strada del successo, il Napoli dovrà riflettere attentamente sulle scelte future riguardanti la scelte del nuovo allenatore ma ritrovare la magia rischia di diventare un sogno irrealizzabile.

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