Le scommesse, la famiglia e il telefono, Fagioli svela: “passavo 10/12 ore davanti al cellulare”

Nicolò Fagioli torna a parlare apertamente dei suoi problemi con le scommesse: il racconto del calciatore juventino

CalcioWeb

Nicolò Fagioli è stato protagonista oggi dell’evento “Perdere tutto non è un bel gioco”, incontro tenutosi al Teatro Agnelli di Torino, promosso dalla Regione Piemonte per sensibilizzare i giovani sui rischi del gioco d’azzardo.

Durante l’evento Fagioli ha parlato del suo problema e della voglia di tornare in campo.

Il rapporto con la famiglia e gli amici era cambiato, volevo stare da solo, volevo vedere poco la famiglia e i miei amici perché sembrava tempo perso. Ero sempre nervoso, l’unico mio sfogo era la partita perché mi allenavo male e non davo il 100% in campo“, ha affermato Fagioli.

Quanto tempo passavo al cellulare? Dalle dieci alle dodici ore. All’inizio mi piaceva, poi mi sono reso conto che era diventato una malattia, forse ci ho messo troppo tempo a chiedere aiuto, poi meno male che l’anno scorso a maggio mi è venuta questa idea“, ha ammesso.

Fagioli e la voglia di tornare in campo

Dal mio punto di vista mi avrebbe sicuramente aiutato continuare a giocare a Calcio. Star lontano dai campi è una punizione che mi hanno dato ma ha reso le cose ancora più difficili. Ho tantissima voglia di tonare in campo, non vedo l’ora che sia il 19 maggio quando finirà la squalifica, il 25 maggio dovrei giocare l’ultima partita di campionato. Pian piano ti accorgi che ti manca lo spogliatoio e lo stare insieme ai compagni soprattutto quando vincono. Questa stagione sta andando meglio dell’anno scorso, è stata dura ed è ancora dura star lontano dai campi e vivere dei momenti belli insieme a loro. Gli Europei? Quello è un sogno”, ha concluso

 

 

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