Robinho in carcere, teme per la sua incolumità: la richiesta dell’avvocato

Robinho si trova in carcere dopo l'arresto nella notte, ma l'ex calciatore teme per la sua incolumità: la richiesta dell'avvocato

CalcioWeb

Robinho dovrà scontare 9 anni di carcere in Brasile dopo essere condannato per uno stupro su richiesta della giustizia italiana. L’ex calciatore brasiliano si è costituito nella notte ma adesso teme per la sua incolumità.

L’ex attaccante del Milan è detenuto in una cella di isolamento, per il momento, nel carcere di Trembembè e ha paura di subire ricatti e maltrattamenti, come spiegato dal suo avvocato Josè Eduardo Alckmin, che ha per questo motivo presentato un nuovo ricorso alla Corte Suprema contro la detenzione nella speranza che una nuova analisi del caso, allargata a un collegio di giudici, possa aprire uno spiraglio, una via d’uscita.

Robinho è entrato nel penitenziario Doutor José Augusto César Salgado (questo il nome ufficiale), di notte, dopo una serie di procedure burocratiche. La prigione, nota per essere una struttura modello, è conosciuta soprattutto per i suoi detenuti “famosi” per gli efferati delitti compiuti: come Suzane von Richtofen, condannata per l’omicidio dei genitori, i fratelli Cristian e Daniel Cravinhos suoi complici, o Anna Carolina Jatoba e Alexandre Nardoni, matrigna e padre della piccola Isabella Nardoni, uccisa a sei anni. Anche se Tremembè è considerato un penitenziario di standard elevato “è pur sempre una prigione“, ha evidenziato l’avvocato di Robinho.

Seguendo la procedura riservata ai nuovi detenuti Robinho passerà un periodo di adattamento di venti giorni da solo, beneficiando dell’ora d’aria lontano dagli altri reclusi. Ma in seguito sarà destinato ad una cella comune. Secondo l’avvocato, la decisione della magistratura di far scontare in Brasile la condanna del tribunale di Milano va contro la Costituzione e, in attesa che la Corte suprema si esprima, Robinho dovrebbe restare in libertà fino al momento dell’ultimo inappellabile verdetto. Il padiglione due della prigione, a cui è destinata l’ex stella della nazionale di calcio, è pensato per garantire maggiore sicurezza e privacy ai detenuti: un’eccezione nel panorama nazionale caratterizzato da un endemico sovraffollamento. Qui si trovano solo 434 persone rispetto ai 584 posti a disposizione e ai condannati è consentito l’accesso a aule scolastiche, a una chiesa, a una biblioteca con 7.500 titoli, e ad un orto. Su richiesta è possibile lavorare in una delle fabbriche interne, in cambio di una riduzione della pena. E poi, c’è un campo di pallone.

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