Scontri Padova-Catania, la vedova Raciti: “17 anni dopo piango ancora”

Scontri Padova-Catania, guerriglia nella sfida di Coppa Italia di Serie C: il commento della vedova Raciti a 17 anni dalla morte del marito

CalcioWeb

Sono passati 17 anni dalla morte di Filippo,17 anni di vita per ricostruire. Un uomo che non c’è più, una famiglia distrutta, anni a lottare e proprio ieri, la festa del papà. Stamattina poi mi sveglio con articoli di giornale che mi riportano indietro con la mente e mi fanno pesare ancora di più quello che è successo. Non posso accettare questa brutta e triste realtà”. È quanto affermato, ai microfoni dell’AdnKronos, in merito agli scontri di Padova-Catania, da Marisa Grasso, vedova dell’ispettore di polizia Filippo Raciti.

L’uomo perse la vita il 2 febbraio del 2007 in seguito agli scontri, fuori dallo stadio Massimino di Catania, tra tifosi etnei e le forze dell’ordine durante il derby tra Catania e Palermo. ”La vita di Filippo – aggiunge Marisa Grasso – si è spenta il 2 febbraio del 2007 e ci furono prese di posizione segnandolo come anno zero. Certe cose non dovevano più avvenire“.

Invece – continua la vedova Raciti – leggere e vedere scene di violenza dei tifosi del Catania a Padova, colleghi di mio marito che intervengono. Per me tutto questo pesa, dopo 17 anni, e all’indomani della festa del papà ancora di più pensando anche allo stato d’animo dei miei figli“.

Piangere ancora – evidenzia commossa Marisa Grasso – è inaccettabile. La violenza di pochi distrugge il lavoro di tanti che piano piano si costruisce nel tempo. Ci vogliono pene esemplari, certe e rigide affinchè qualcosa possa cambiare. Se necessario chiudere le porte dello stadio, chiudiamole“.

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