Coppa Italia, Chiesa e Vlahovic evitano la figuraccia Juventus: ma c’è poco da stare Allegri

La Juventus supera 2-0 la Lazio nell'andata della semifinale di Coppa Italia: ma la partita dei bianconeri è tutt'altro che positiva

CalcioWeb

La Juventus supera 2-0 la Lazio nella semifinale di andata di Coppa Italia e ipoteca la qualificazione alla finale. In gol Chiesa e Vlahovic. Si fermano qui le note positive della partita dello Juventus Stadium. I tifosi risultatisti, quelli per cui l’importante è vincere, non importa quando, dove, come e perchè, basta che l’indomani potranno vantarsi con amici e colleghi, è un risultato più che fantastico. Andranno a letto contenti.

Chi invece ha visto la Juventus di questa sera, ma anche quella delle ultime, disastrose, uscite di campionato, si è accorto, una volta di più, di aver di fronte una squadra con del potenziale, ma che quel potenziale non riesce a esprimerlo. Contro una Lazio che deve ancora assimilare i concetti di Tudor, ma che in campionato era riuscita comunque a strappare i 3 punti qualche giorno fa, i bianconeri giocano i primi 45 minuti decisamente sottotono.

A parte un episodio dubbio sul calcio di rigore annullato, la Juventus combina poco o nulla, rischia sulla traversa colpita da Luis Alberto e conferma il trend dell’unico tiro in porta in 45 minuti. Ne abbiamo parlato spesso su Calcioweb: tirando una sola volta per tempo, serve una percentuale di conversione di occasioni in gol notevole. Nel secondo tempo, il caso ha voluto, che due occasioni ghiotte abbiano portato a due tiri in porta da buona posizione e due gol. 100% di realizzazione e passa la paura. Ma in tante, troppe partite, quel 100% è stato un 50% ed è arrivato un pareggio, o uno 0% che ha portato a un’inevitabile sconfitta.

I fischi dello Stadium, copiosi a fine primo tempo (presenti anche a fine partita, seppur in maniera ridotta), si sono trasformati in qualche timido applauso verso Chiesa, Vlahovic al momento dei gol e in generale nel secondo tempo. Il tifo bianconero resta, continuamente e tradizionalmente, spaccato tra chi vorrebbe mettere le difficoltà sotto il tappetto del risultato e far finta che non esistano e chi quel tappeto lo vede già fin troppo ingombrante, da diverse partite, lì al centro della stanza.

In vista del ritorno (23 aprile), la situazione è perfetta per Allegri: 2 gol di vantaggio, difesa e contropiede, protezione del risultato e accesso alla finale che potrebbe portare in dote un trofeo, piccolo paracadute per salvare la stagione o, forse, ultimo biglietto prima dell’addio.

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