“Ancora tu, Di Bello”: l’ultima polemica con il fischietto di Brindisi sempre ‘protagonista’

Ancora polemiche sulle decisioni arbitrali di Marco Di Bello: l'ultimo episodio nel campionato di Serie B

CalcioWeb

Non si placano le polemiche sulle direzioni arbitrali di Marco Di Bello, arbitro sempre più nel mirino della critica e contestato da tifosi e addetti ai lavori. Continua la stagione travagliata per il fischietto di Brindisi e anche l’ultima giornata di campionato ha scatenato tantissime polemiche.

Come già accennato in un primo approfondimento di CalcioWeb, l’arbitro Marco Di Bello continua a scontentare un po’ tutti e gli episodi discutibili iniziano a diventare veramente tanti: dal mancato rigore concesso al Bologna contro la Juventus, agli errori di Lazio-Milan e la successiva sospensione di un mese, poi le polemiche di Catanzaro-Como e della sfida di Champions League Real-Madrid-Lipsia.

Di Bello Arbitro
Foto di Federico Proietti / Ansa

L’ultimo episodio con Di Bello ‘protagonista’

Più polemiche che gol nella partita della 34ª giornata del campionato di Serie B tra Spezia e Sampdoria: la sfida del ‘Picco’ si è conclusa sul risultato di 0-0 ed è stata caratterizzata dal clima incandescente nel post-partita.

I padroni di casa, infatti, recriminano per le decisioni arbitrali dell’arbitro Marco Di Bello. Nel mirino dei padroni di casa è finito il rigore non concesso per un fallo di mano di Borini nel primo tempo e soprattutto il gol annullato a 5 minuti dalla fine.

“Il gol lo avevamo fatto, ma l’arbitro lo ha annullato ingiustamente”, è lo sfogo dell’allenatore Luca D’Angelo nel post-partita. Il direttore di gara di Brindisi ha giudicato fallosa una spinta di Di Serio su Ghilardi:il calciatore della Sampdoria è incespicato da solo sul pallone”, l’analisi del tecnico dello Spezia.

Il confronto con Di Bello

D’Angelo accusa l’arbitro Di Bello di poca personalità: “l’arbitro ha quasi allargato le braccia e mi ha detto che lo hanno chiamato al Var e lui è andato al monitor. Una questione di personalità. Orsato, ad esempio, valuta quello che ha visto sul campo e non va quasi mai al monitor…”. Da “sempre tu, Maresca” a “sempre tu, Di Bello”, il passo è stato veramente breve…

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