Real Madrid, l’ultimo in piedi sul ring: Carletto il camaleonte e la nobile arte dell’incassare

Il Real Madrid incassa per 120 minuti, porta il Manchester City ai rigori e raggiunge la semifinale di Champions League

CalcioWeb

Manchester City-Real Madrid è quanto di più bello il calcio di oggi possa offrire. Pirotecnico 3-3 all’andata, appena una marcatura a testa al ritorno, ma una gara altrettanto spettacolare a riprova che anche un pareggio possa regalare emozioni. Per tanti una finale anticipata, Manchester City-Real Madrid si è ripetuta 11 volte in Champions League dal 2012 a oggi con 4 successi del City, 4 pareggi e 3 vittorie del Real… anzi 4.

Il big match di questa notte ha il sapore di un grande incontro di boxe fra pugili con stili diversi. Il Real Madrid tiene la guardia alta, gioca sulla difensiva, poi affonda dal nulla con un dritto fulmineo, cortesia di Rodrygo, che sblocca la gara. Ancelotti è camaleontico, si adatta a ogni avversario, sa attaccare quando serve e non disdegna la difesa a oltranza mostrando doti da ottimo incassatore. Davanti è indecifrabile: gioca senza punta, con un vuoto al centro che Bellingham ha il diritto di occupare a suo piacimento, lasciato da Vinicius e Rodrygo che si allargano e fanno male in contropiede.

All’altro angolo il Manchester City, maestro del footwork, tecnico, elegante, da sfoggio di tutto il suo repertorio di colpi che però si infrangono sulla guardia granitica dell’avversario. Guardiola mette il Real Madrid alle corde per 3/4 di match ma non riesce a sfondare. Serve un guizzo nel finale dell’ultima ripresa, quando la fatica inizia a pesare sulla concentrazione e si apre uno spiraglio: jab ad aprire la (retro) guardia, Rudiger respinge corto, De Bruyne piazza un gancio destro. Parità nei regolamentari e poi ai supplementari.

Dal dischetto è un gioco di nervi, lucidità, fortuna. Dopo 4 penalty per parte sbagliano Modric del Real Madrid e Bernardo Silva e Kovacic del City. Rudiger, neanche a dirlo, il più ‘pugile’ di tutti i 22 in campo, si incarica di battere l’ultimo rigore: il tiro è bello la metà di quello precedente di Ederson (sì, il portiere… ha segnato l’ultimo rigore del City), la palla sbatte sul palo ed entra. Il knockout atteso oltre 120 minuti, sporco, sbilenco ma letale quanto basta a mettere al tappeto l’avversario. Il Real Madrid è in semifinale.

Per il Manchester City 34 tiri, una traversa e il 64% di possesso palla. E tanti rimpianti. Ai punti avrebbe vinto Guardiola. Ma nel ring della Champions League il verdetto deve essere unanime e quando suona la sirena in piedi resta sempre il solito Ancelotti.

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