Spalletti ‘convoca’ tre ex bandiere! Poi a 360° sull’addio al Napoli, De Laurentiis e Buffon

Lunga intervista di Luciano Spalletti: le indicazioni del Ct della Nazionale in vista di Euro 2024

CalcioWeb

Si avvicina l’inizio di Euro 2024 e l’Italia di Luciano Spalletti si candida ad un ruolo da grande protagonista. Gli azzurri sono stati inseriti in un girone con Spagna, Croazia e Albania e l’attesa per l’esordio del 15 giugno contro l’Albania è altissima.

In una lunga intervista a ‘Il Corriere dello Sport’ il tecnico Luciano Spalletti ha affrontato tanti argomenti. “Io non ho dogmi di niente. Voglio essere pratico nella profondità: non conosco un solo modo di vivere, sono per le aperture e la conoscenza di più realtà e modi di pensare e fare. Da sempre considero Marcello Lippi una fonte di ispirazione: lo seguivo con attenzione, guardavo come si comportava, l’ho voluto incontrare per farmi spiegare il mondo azzurro nel profondo. Ma allo stesso tempo guardo a Sacchi come a un modello”. 

“Temo solo me stesso e di non aver fatto il possibile. Tutto deve dipendere da me, voglio farmi trovare pronto all’incontro con la felicità. Io sono fortunato perché ho sempre ottenuto quello che meritavo. Talvolta il risultato dipende dalle capacità non solo tecniche di un calciatore, dal singolo episodio. A Napoli ci siamo sempre presi quello che avevamo costruito e meritato”, continua Spalletti.

Sull’Europeo: “mi sentirò allenatore della Nazionale soltanto quando avrò portato l’Italia avanti nell’Europeo. Lamentele? Che faccio? Accetto un compito e parto con gli alibi? La maglia della Nazionale è qualcosa di speciale. Quando arrivi in Nazionale sai che quella maglia la devi riempire. E la indossi per tutto il tempo. Devi allenarti bene nelle due ore dell’esercitazione, ma anche nelle 22 successive hai il dovere di tenere un comportamento adeguato.

Meglio un giocatore un po’ meno qualitativo, ma moralmente integro. Tempo fa si è parlato anche troppo di una mia considerazione sul riposo, ossia sul fatto che bisogna essere riposati quando si va a giocare, questo banalissimo principio non può essere etichettato come codice Spalletti, ma come un dovere professionale inderogabile”. 

“Mi piacerebbe portare a Coverciano, quando ci ritroveremo per la preparazione agli Europei, quattro 10 mondiali, Baggio, Del Piero, Totti e Antognoni. Presto partirà l’invito ufficiale della Federazione. Se vuoi posso parlarti anche di un 10 tra i pali e non solo”.

L’esperienza al Napoli e De Laurentiis

“Ho sempre deciso per me stesso. Il mestiere vuol dire 365 giorni di grande lavoro. Dopo il primo anno i miei collaboratori mi dissero “ma cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti”. Erano partiti Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz. Tanta qualità. Io volevo sentirmi l’allenatore del Napoli e si è allenatori di una squadra soltanto se si fa qualcosa di effettivamente importante.

Quando incontri De Laurentiis la prima cosa che ti dice è “secondi siamo già arrivati e dobbiamo stare sempre in Champions”. Messaggio chiaro e diretto. Così sono ripartito per ottenere quella cosa là, è successo, sarei potuto restare ancora, il grafico prestazionale l’avevamo portato al livello più alto. Io ho due orecchie e una bocca. So ascoltare e al momento giusto parlare. De Laurentiis ha una grande comunicativa, un linguaggio scorrevole. E poi dipende sempre dal De Laurentiis che ti ritrovi di fronte, ne esistono almeno quattro o cinque. Con l’intelligenza artificiale potrebbero provare a inventarne altri”, le parole di Spalletti.

Buffon e il futuro

“Conoscevo Buffon come grande portiere, uomo di calcio e leader di spogliatoio, ma in questo periodo insieme ho capito che è anche un grande amico e che il dirigente sarà all’altezza del campione che è stato. Dimostra di possedere qualità e conoscenze anche in un ruolo completamente nuovo… E se le parole non arrivassero basterà guardarlo per comprendere dove vogliamo andare”.

Sul futuro: “vivo sempre come se all’ultimo istante potessi cambiare il mio destino. Il cuore ha le sue ragioni, ma talvolta la mente non le riconosce”. 

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