Milano-Cortina: pm guarda a fornitori e sponsor, si spulcia nei conti correnti

CalcioWeb

Milano, 21 mag. (Adnkronos) – Tre affidamenti “opachi” in cambio di soldi e un’auto, il sospetto su altre procedure adottate per la scelta di fornitori e sponsor in campo digitale e per alcune assunzioni di dipendenti della Fondazione chiamata a gestire l’evento Milano – Cortina 2026. E’ questo il perimetro dell’inchiesta, su corruzione e turbativa d’asta, della procura di Milano che ha portato a indagare l’ex ad di Milano Cortina, Vincenzo Novari, l?ex dirigente Massimiliano Zuco e l’imprenditore Luca Tomassini. L’indagine riguarda irregolarità sugli appalti dei servizi digitali alla Fondazione, nel periodo in cui Novari era amministratore delegato.
Per i pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis e la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano lo schema è semplice: nella qualità di funzionari pubblici – in quanto legati a una fondazione che beneficia di risorse dello Stato e di enti locali – i due ex dirigenti avrebbero favorito le società di Tomassini (Vetrya, poi Quibyt) in cambio di soldi e “altre utilità”, tra cui una Smart per Zuco “pagata direttamente” dall’imprenditore, si legge nel decreto di perquisizione eseguito stamane dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza. Ancora difficile quantificare il valore reale della presunta corruzione contestata, le fatture delle società di Tomassini alla fondazione sfiorano 1,9 milioni di euro, e per questo la Guardia di finanza ha eseguito l’acquisizione di atti e documenti (anche nella sede della Fondazione) e i conti correnti di Novari. Inoltre, la procura annuncia che verranno sentiti alcuni dipendenti dell’ente, in qualità di persone informate sui fatti.
Il telefonino di Tomassini, già finito in una recente inchiesta della procura meneghina, restituisce – in conversazioni whatsapp – il presunto accordo corruttivo per almeno tre gare per l’aggiudicazione dei servizi digitali dei Giochi olimpici e paraolimpici del 2026. Non solo: cela il sospetto che l’imprenditore abbia fatto pressioni per la nomina dell’amico Zuco attraverso il rapporto, saldo, con Novari. Un interessamento che arriva ben prima della costituzione del comitato organizzatore dei Giochi invernali e che poi è effettivamente avvenuta, “tramite l’intervento” dell’allora amministratore delegato.
Per l’incarico in Fondazione di digital creator e per la delega (concessa da Novari) nello stipulare contratti e affidamenti nel settore digitale il compenso per Zuco è di 857.732 euro dal 2020 e il 2022, oltre a un’auto “da Tomassini tramite Vetrya per le ‘cortesie’ fatte ‘ultimamente’ (così si esprime in chat lo stesso Tomassini)”. ‘Cortesie’ che si traducono, forse, in promesse di denaro. In una email interna di Vetrya si legge: “Entro domani sera cerchiamo di avere un importo da trasferire a Zuco”.
E altri elementi di “criticità” si ravvisano sulla scelta del logo delle Olimpiadi che sarebbe stato ‘indirizzato’ da Zaco, a dire della procura, affinché avesse la meglio proprio Tomassini, nonostante la decisione spettasse a una ‘giuria popolare’.
Nell’inchiesta milanese c’è anche il capitolo assunzioni. Novari avrebbe assunto dipendenti a lui noti perché conosciuto “nell’ambito di suoi precedenti incarichi dirigenziali o per cointeressenze societarie”. L’attività investigativa ha fatto emergere che a partire dallo scorso 29 marzo il sito dei Giochi invernali 2026 non ha più alcun legame con Quibyt, mentre c’è il riferimento alla società Deloitte (non indagata), in cui la Guardia di finanza ha fatto oggi acquisizioni. Materiale, insieme a quello preso nella sede della Fondazione, sarà analizzato nel dettaglio dagli investigatori a caccia delle prove della corruzione.

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