Il calcio, si sa, in Italia è più che uno sport: è identità, discussione quotidiana, cultura popolare. Ma se proviamo a guardare oltre – verso Est, fino al Giappone – scopriamo una passione calcistica fatta di sfumature uniche e sorprendenti, che meritano di essere raccontate. Il rapporto tra i due Paesi, da secoli improntato a scambi e rispetto reciproco, oggi si rinnova anche grazie a un pallone che rotola in una direzione sempre più globale.
Le relazioni tra Italia e Giappone hanno origini secolari, ma la svolta decisiva è arrivata nel 1866 con il Trattato di Amicizia e Commercio, che ha inaugurato una collaborazione culturale e diplomatica di 150 anni. Nel 2023, i due governi hanno elevato il rapporto a “partenariato strategico”, un ponte tra Europa e Asia costruito su rispetto, cultura e… sport.
Calcio in Giappone: dall’infanzia al tempio del tifo
In Giappone, il calcio è diventato uno degli sport più popolari dagli anni ’90, affiancando baseball e pallavolo nella classifica degli sport nazionali più seguiti. La nascita della J.League nel 1993 ha segnato l’inizio di una vera rivoluzione, portando il Giappone a coltivare talenti celebri e una tifoseria giovane, moderna e profondamente informata.
Il calcio nipponico oggi si distingue indubbiamente per disciplina e coinvolgimento – d’altronde le curve della J.League sono famose per cori, coreografie e rispetto delle regole -, e per competenza tecnica. Molti giapponesi conoscono bene il calcio europeo e la Serie A italiana. Juventus, Milan e Inter sono le squadre più amate, con veri gruppi di tifosi che seguono partite, news e calciomercato dall’altra parte del mondo.
Il tifo giapponese: educazione, passione e magia collettiva
Se c’è un punto in cui la cultura giapponese brilla agli occhi del mondo, è quello del tifo. Dai Mondiali di calcio – dove i supporter giapponesi si sono fatti notare per pulire gli spalti alla fine della partita – ai recenti Mondiali di atletica di Tokyo 2025, il pubblico giapponese offre un esempio di rispetto, entusiasmo e partecipazione.
Nel nuovo National Stadium di Tokyo, anche di fronte a pochi successi nazionali, decine di migliaia di spettatori hanno incitato con la stessa intensità atleti di ogni nazionalità, contribuendo a creare un’atmosfera “magica e rispettosa” che ha impressionato i campioni internazionali e rafforzato il senso di comunità dello sport.
Giappone, il paese delle sorprese calcistiche (e culturali)
Negli ultimi anni il Giappone ha saputo sorprendere la scena calcistica mondiale con colpi di scena che sono già entrati nella storia. Emblematica l’avventura ai Mondiali di Qatar 2022, con la nazionale nipponica capace di battere Germania e Spagna nel girone e qualificarsi prima, generando entusiasmo e viralità sui social. A rendere quell’impresa ancora più iconica c’è stata la contemporanea esplosione del manga e anime Blue Lock: molti giovani tifosi hanno visto nelle giocate dei calciatori nazionali delle vere “azioni da manga”, scatenando video e meme virali su TikTok e una ritrovata identificazione emotiva tra realtà e fiction sportiva.
In Giappone, il calcio è così: performance, sogno, racconto, pop culture e partecipazione collettiva.
Como, un’amichevole che parla al presente: la rivoluzione del calcio (e della società) al femminile
Italia e Giappone si sono affrontate più volte sui campi di calcio, sia con le nazionali maggiori che con le squadre giovanili e femminili. L’ultimo, attualissimo, capitolo è l’amichevole di Como datata al pomeriggio di oggi, 24 ottobre 2025. Si tratta di un importante test di preparazione per le Azzurre verso i Mondiali, ma anche occasione per celebrare lo spirito sportivo che unisce i due Paesi.
La partita che avrà luogo a Como fra Italia e Giappone non è soltanto un incontro di calcio d’élite: è il simbolo di un cambiamento internazionale dove lo sport femminile si fa promotore di nuove narrazioni e conquiste sociali. Il calcio femminile, infatti, sta conquistando spazi privilegiati sulle pagine dei giornali, sugli schermi televisivi e nel cuore dei tifosi, diventando terreno fertile per nuovi investimenti e passioni collettive. Le Azzurre sono protagoniste di questa trasformazione in Italia, portando con sé pubblico, sponsor e un modello positivo per moltissime ragazze.
Il Giappone, capofila in Asia grazie alla celebre nazionale “Nadeshiko” e al titolo mondiale 2011, è da anni protagonista di un percorso di crescita tecnica e organizzativa. Sempre più calciatrici giapponesi militano nei club europei di alto livello, segno che il passaporto calcistico non è più un ostacolo culturale, ma una porta spalancata verso opportunità e scambi.
Questo fermento calcistico va di pari passo con i cambiamenti profondi nella società dei due Paesi. Proprio in questi giorni, il Giappone ha eletto per la prima volta nella sua storia una premier donna, Sanae Takaichi, mentre in Italia Giorgia Meloni è la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica. Lo sport – e il calcio in particolare – diventa così uno specchio fedele di una presenza femminile sempre più decisiva anche nelle istituzioni, nei media e nei vertici aziendali.
Il 2025 può essere considerato, a pieno titolo, un anno di “passaggi di consegne”: un nuovo dialogo tra Italia e Giappone, dove donne e atlete tracciano un percorso di equità e modernità. La sfida di Como si trasforma così in un palcoscenico per celebrare la società che cambia e gli orizzonti che si ampliano.
Dal campo al mondo: scambi, opportunità e relazioni che crescono tra Europa e Asia
Il calcio non si ferma al rettangolo verde ma diventa veicolo e metafora degli intrecci tra le due società. Dai gemellaggi tra club e università ai festival artistici, dalle collaborazioni industriali ai progetti sportivi e sostenibili, Italia e Giappone si riconoscono in una cultura che fa del rispetto, dell’educazione e della ricerca di perfezione i propri valori fondanti.
Un esempio recente di questa apertura è l’accordo bilaterale “Vacanze-Lavoro” (Working Holiday Visa): dal settembre 2025, giovani italiani e giapponesi tra i 18 e i 30 anni possono vivere, lavorare e viaggiare fino a un anno nell’altro Paese. Anche questa opportunità può essere letta in chiave “calcistica”: permette ai ragazzi di scoprire linguaggi diversi, coltivare sogni ed espandere le proprie competenze in un contesto di crescita e apertura reciproca. La cultura, come il calcio, trova la sua espressione migliore proprio quando diventa allenamento continuo all’incontro e allo scambio.
Tifo, cultura e la vera posta in palio nel gioco del calcio
Il confronto tra le due nazioni non si limita allo stile di gioco, ma si riflette anche nel modo di vivere la partita: se da un lato la passione italiana è proverbiale, non si può ignorare che la nostra “cultura del tifo” spesso sfocia in eccessi – violenza, feriti, continui DASPO e polemiche che fanno notizia quasi ogni settimana. In tal senso, il pubblico giapponese rappresenta un esempio a cui ispirarsi: disciplina, rispetto dell’avversario, cura dello spazio comune. I tifosi nipponici mostrano come la partecipazione collettiva possa essere potente, calorosa e civile allo stesso tempo.
Il calcio giocato fra Italia e Giappone, in quest’ottica, non è solo competizione: è dialogo, contagio positivo, confronto tra tifoserie diverse e complementari. Forse, il vero gol da segnare è proprio imparare a vivere lo stadio e il tifo come una grande festa della comunità, dove protagonisti siano l’entusiasmo e il rispetto reciproco, dentro e fuori dal campo.
