Bologna, altro che Europa: con Bigon e Saputo rischi di tornare in Serie B!

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Il campionato del Bologna è cominciato nel peggiore dei modi: una sconfitta in casa nel derby emiliano con la Spal. Una sfida che, come annunciato dal tecnico dei rossoblù Inzaghi nella conferenza di vigilia, rappresentava già una sorta di scontro salvezza. Un gran gol di Jasmin Kurtic ha permesso ai biancoazzurri di conquistare tre punti preziosi e di fare festa al Dall’Ara. Il nuovo Bologna di Pippo Inzaghi è apparso piatto, lento privo di idee e sfilacciato. Il campionato è appena cominciato ed è quindi prematuro emettere sentenze definitive ma le prime indicazioni derivate dal campo non lasciano tranquilli i tifosi. Soprattutto per il mercato condotto dalla società, non all’altezza delle aspettative.

La campagna acquisti dei felsinei è stata nettamente insufficiente. Le pesanti cessioni di Verdi e Di Francesco non sono state compensate con arrivi di qualità. Anzi, gli acquisti di Santander e Falcinelli in attacco non offrono garanzie ma rappresentano una vera e propria scommessa, soprattutto la punta prelevata dal Copenaghen. L’unico colpo degno di nota è stato quello di Skorupski, buono anche l’innesto di Danilo per la difesa. Nel complesso però la rosa si è indebolita rispetto alla passata stagione. Ma di chi sono le colpe? In primis del direttore sportivo Riccardo Bigon. Il ds dei felsinei non è riuscito a reinvestire nel migliore dei modi i milioni incassati con gli addii di Verdi, Di Francesco e Masina chudendo il mercato con la cassa piena e senza un colpaccio. E in generale anche i numeri condannano la gestione targata Bigon, il quale su 77 partite giocate ha visto i rossoblù perdere per 41 volte. Più del 50%.

LaPresse/Gianfilippo Oggioni

Sotto accusa, però, non può non finire anche il patron dei felsinei Joey Saputo. Arrivato a Bologna nel 2014, insieme a Tacopina, il magnate canadese fin dall’inizio si è lasciato andare a proclami importanti facendo sognare i tifosi. Tra gli obiettivi del numero uno rossoblù c’era anche quello di riportare il Bologna in Europa, dopo la riconquista della Serie A. “Vogliamo portare avanti una crescita graduale per almeno dieci anni, non vorrei che la gente pensasse all’Europa nel giro di tre anni. Alla fine del percorso il Bologna può essere alla pari con le grandi d’Italia e in grado di lottare per l’Europa League, la Champions o lo Scudetto”, queste le parole di Saputo in un’intervista del 30 luglio 2015. Di anni ne sono passati già tre ma di crescita graduale neanche l’ombra. Anzi, quest’anno il club felsineo è uno dei principali candidati alla retrocessione in Serie B. I tifosi confidano nel lavoro di Pippo Inzaghi, che tanto bene ha fatto a Venezia, ma potrebbe non bastare.

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