Juventus, Dybala diventa più muscoloso: ma un’esperta mette in guardia i bianconeri

Dal suo arrivo alla Juventus, Paulo Dybala ha aumentato molto la sua massa muscolare, ma Laura Bertelè ammonisce: "Troppi muscoli aumentano i rischi"
CalcioWeb

Al termine della sfida vinta dalla Juventus contro il Milan, grazie ad un goal del sempre più decisivo Paulo Dybala, il tecnico bianconero Massimiliano Allegri ha sottolineato: “Dybala è cresciuto molto anche fisicamente. Avete visto come gli sono cambiate le gambe da quando lavora con noi?”. Un compiacimento vero e proprio quello di Allegri che trova le sue radici nei numeri: Dybala, infatti, da quando è arrivato alla Juventus ha accumulato 3 chili di muscoli nelle gambe in poco più di 4 mesi di lavoro.

Non sempre, però, questo eccessivo potenziamento può essere un vantaggio, come ha spiegato Laura Bertelè nel suo libro “Basta saper vedere”, improntato sugli infortuni dei calciatori, sopratutto di tipo muscolare. Ortopedico, fisiatra  specialista in riabilitazione motoria, consulente in medicina sportiva e presidente del Centro di riabilitazione “Gino Rigamonti” di Merate, in provincia di Lecco, la dottoressa dichiara: “Io faccio un discorso generale, non legato a un giocatore particolare. L’abitudine al lavoro in palestra, così radicato soltanto dalle nostre parti. Un lavoro di potenziamento a secco, di tipo isometrico, che si traduce in muscoli poco elastici, disarmonici”.

“Ho seguito da vicino diversi atleti professionisti, calciatori in particolare: in parecchi casi ho visto cosce dalla muscolatura sproporzionata, eccessivamente grosse, con conseguente aumento del rischio di stiramenti e strappi. Ma lo staff medico della Juventus conoscerà alla perfezione il fisico di Dybala, conoscendone pregi e margini di crescita”.

Entrando nello specifico, l’esperta, come riporta “La Gazzetta dello Sport”, sottolinea: “La disarmonia di cui parlo risulta evidente tra i muscoli flessori del ginocchio, che i carichi di lavoro rendono rigidi, e quelli estensori, per intenderci il quadricipite, che diventa troppo “tirato”. E ancora: alla rotazione esterna della tibia corrisponde una rotazione interna del femore: la loro azione combinata comporta una sofferenza delle parti molli del ginocchio – menisco mediale e crociato anteriore – che vengono “stirati” dalla muscolatura eccessiva e vanno in torsione. La rotula è pressata sulla parte esterna del femore e il risultato è un malanno molto frequente tra i calciatori, la condopatia. Quando non si arriva alle tendiniti e alla rottura del tendine rotuleo, come nel caso dell’interista Ronaldo”.