Prandelli si racconta al Corriere dello Sport. Il tecnico del Genoa ricorda la morte della moglie e le sue esperienze da allenatore. Inizia dagli anni a Firenze e dall’approccio con la città e i tifosi: “Sono molto legato a Firenze, all’inizio non capivo lo spirito fiorentino, ma poi è nato un grande rapporto. La generosità di questa gente è enorme, non dimenticherò mai tutte le manifestazioni d’affetto. Perchè lasciai la Fiorentina? Chiariamo subito: sono stato lasciato. Avrei voluto portare un trofeo, ma in società mi dissero che dovevano ridimensionare e che avevano fretta di tesserare Mihajlovic, così io ero libero di trovarmi un’altra sistemazione. La Juventus mi voleva ma io amavo la Fiorentina, così chiamai Bettega e rifiutai. Nonostante questo, lessi poco dopo che Diego Della Valle mi dava del traditore perchè volevo andare ai bianconeri…”. Commovente il ricordo della moglie Manuela: “Ricorderò sempre quel minuto di silenzio prima di Fiorentina-Inter. Mi ha sconvolto, silenzio vero, profondo. E poi le manifestazioni d’affetto ai funerali, per strada. Ho avuto una fortuna straordinaria nell’incontro con fra’ Elia, che ci ha aiutati a vivere il dramma con serenità. Prima di ogni seduta di chemio le parlava e la confortava. Quella domenica si era svegliata agitata, aveva fatto un brutto sogno. Per mesi con i miei figli abbiamo parlato solo di lei. C’era la necessità di mantenere vivo il ricordo. Mai avrei pensato di amare un’altra donna e invece non puoi dire di no all’amore quando si presenta. Con Novella ci siamo conosciuti in un locale e abbiamo scoperto di avere due cani presi dallo stesso allevatore“. Prandelli dice la sua anche su Icardi-Wanda Nara: “Hanno sbagliato tutti. Lei è la moglie di un calciatore, deve stare attenta a quello che dice in tv. Lui doveva disocciarsi da quelle dichiarazioni. La società doveva gestire meglio la situazione“. Sui giocatori più importanti nella sua carriera: “Jorgensen, Colucci, Benarrivo, Pandev“. Sulla Nazionale: “All’Europeo siamo partiti con zero aspettative. Non avevamo programmato la finale. Contro la Spagna siamo arrivati scarichi, ma sarò sempre grato a quel gruppo, soprattutto a Cassano e Balotelli“. Su come si gestiscono due calciatori un po’ pazzi come loro, scherza: “In Nazionale è più facile perché hanno pochi giorni per fare danni. Cassano è l’unico calciatore con cui andrei a cena“. E su Balotelli aggiunge: “Ha potenzialità enormi, ma si accontenta, non ha mai dato continuità nell’applicazione di tutti i giorni“. Dopo le esperienze con Galatasaray, Valencia e la tappa in Arabia, arriva la chiamata di Preziosi: “Il Genoa mi ha dato la possibilità di rimettermi in gioco, di fare quello che più mi piace nel calcio che conosco, in una piazza eccitante. Ringrazierò sempre Preziosi per questo“, conclude Cesare Prandelli.
Prandelli si racconta dal ricordo della moglie Manuela agli anni di Firenze fino al Genoa
