C’è un nerazzurro che martedì sera piangeva per una sconfitta beffa, un po’ inaspettata, e salutava la Champions. E poi c’è un nerazzurro che, la sera dopo, esultava. Ci sono loro, Atalanta e Inter, che hanno una storia alquanto diversa. Quasi all’opposto, completamente differente. La grande che prova a rinascere e la piccola che cresce, anno dopo anno, impresa dopo impresa. Forse questa inarrivabile, anche solo a pensarlo lo scorso dicembre. Ma ce la fa. E ce la fa grazie ad un uomo in particolare, che con un nerazzurro si prende la rivincita su un altro nerazzurro, proprio quello della ‘grande che prova a rinascere ma fallisce’.
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La rivincita del Gasp
Gian Piero Gasperini, qualche anno fa, ebbe la grande opportunità di allenare l’Inter. La prima big della carriera, una big ‘a metà’. Lontana da quella che fu del Triplete, ma pur sempre big. Non andò bene. In tanti lo definirono un allenatore non da grande squadra. Un innovatore, sì. Uno di quelli che ‘fa divertire’. Ma in una medio-piccola. In una grande no. Non sappiamo se Gian Piero Gasperini, nel futuro prossimo o più lontano, avrà la possibilità di allenare una grande. Possibile, continuando così. Ma intanto, guardando al presente, la sua rivincita l’ha presa. C’è voluto un po’ di tempo ma l’ha fatto.
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Il parallelismo tra Atalanta e Inter

Breve cenno a quanto già detto sopra. Niente di nuovo, in sostanza. Ma c’è un nerazzurro che ce l’ha fatta. Che ha fatto emozionare, gioire, rendere fiera non solo una città di 120 mila abitanti ma un’intera nazione. E’ una favola, quella bergamasca. Nata da qualche anno ma vogliosa continuamente di stupire. Come sta provando a fare l’Inter, ma in campionato. In Champions non è mai facile, ma per come si erano messe le cose neanche difficile. L’esordio così così, la ripresa, due trasferta da suicidio e un finale horror. E’ il nerazzurro che non ce la fa, che mette a nudo tutte le lacune della rosa. L’Inter ha margini di crescita. Sta stupendo in Italia e, pur con tutti i limiti, vuole continuare a farlo. Intanto, l’Atalanta l’assist glielo ha fatto. Almeno quello. Passa agli ottavi e lascia all’Inter lo ‘scettro’ di testa di serie in Europa League. Che sia un ‘assist’ per prendersi anch’essa una rivincita…