Il numero uno dell’Aic, il presidente Umberto Calcagno, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus parlando di svariati argomenti, tra cui quello scottante delle rose da 22 in Lega Pro e del sempre più probabile sciopero.
COVID E RIFORME – “Era difficile farsi trovare preparati di fronte ad un evento del genere. Credo che qualche occasione sia andata persa ma oggettivamente le riforme nel nostro sistema hanno bisogno di tempistiche poco compatibili con l’eccezionalità di questo momento. Credo si debba cogliere questa fase eccezionale che a mio avviso non è ancora finita e cercare di fare quelle riforme che sono sul tavolo ormai da più di 10 anni”.
DIRITTI TV – “Ci sono problemi strutturali e da tanti anni chiediamo una riforma che parta dalla redistribuzione delle risorse. Dovremmo imparare dai paesi calcisticamente più evoluti d’Europa che distribuiscono verso il basso chi il 21 chi il 17 per cento della ricchezza creata. Lo fanno senza vincoli di destinazione tra l’altro se non per una piccola percentuale. Abbiamo un sistema che ritiene da un lato di dover ricompensare e valorizzare la base per l’importanza che ha per tutto il movimento, ma è un’importanza che non viene riconosciuta a livello di trasferimento delle risorse”.
LIMITE 22 CALCIATORI IN LEGA PRO – “Non riesco a capire nell’impostazione la riforma di riduzione delle rose (per le squadre di Lega Pro, ndr). Mettere un blocco del genere significa voler far competere chi ha meno mezzi. Chi ha meno mezzi va rispettato, ci mancherebbe, viene meno rispettata la voglia di competere con chi ha la possibilità di investire risorse in maniera sana nel nostro sistema. Avere una lista di 22 non ha nessun senso, non è legata alla valorizzazione dei giocatori. Sono delle storture che fanno parte di un mondo che probabilmente non ha voglia di migliorarsi e che in questo caso sembra voler tornare indietro a dinamiche che appartenevano a qualche campionato fa. Competere ad armi pari vuol dire che ognuno deve poter competere con i mezzi che ha a disposizione. Non capisco perché bisogna costringere alcune piazze che hanno interessi, possibilità e – permettetemi – anche un blasone a limitarsi nelle loro ambizioni quando immettono risorse ed elevano il livello qualitativo del campionato”.
CAMPIONATO PRIMAVERA – “Il campionato Primavera ampliato è un progetto condiviso da tutte le componenti federali ma è un progetto diverso dal far giocare i giovani in serie C con obblighi diretti, ragazzi che non avrebbero mai calcato i palcoscenici professionistici. Stiamo creando illusioni, non stiamo facendo un servizio ai vivai nazionali men che meno alla nazionale maggiore. Sono due ragionamenti completamente differenti: noi vogliamo che in C ci siano squadre che investano nei giovani, non vogliamo che gli altri siano condizionati da chi lo può fare”.
SCIOPERO – “Più passano i giorni più l’ipotesi sta diventando una certezza. La mancata interlocuzione, il fatto che la scelta della lista a 22 non sia stata concordata, che neanche ci sia stata comunicata prima e dopo un’unica riunione fatta ormai un mese fa non ci sia stata neanche una telefonata la dice lunga sul valore dei rapporti che ci sono oggi e non credo che andando avanti da qui alle prossime settimane ci si possa aspettare qualcosa di differente”.