Il calcio piange Idris: il ricordo di Fabio Fazio e il messaggio da brividi di Bartoletti

Iniziano ad arrivare le prime reazioni dopo la morte di Idris: era un giornalista e un grande tifoso della Juventus

CalcioWeb

E’ una giornata triste per il mondo del calcio: è morto il giornalista Edrissa Sanneh, ‘Idris’, protagonista per anni nello studio di Quelli che il calcio e tifosissimo della Juventus. Originario del Gambia, è deceduto all’età di 72 anni a Brescia, dove viveva. Era ricoverato in ospedale da alcune settimane.

Appassionato di jazz, di tennis e di cucina, nel 2005 aveva partecipato anche all'”Isola dei Famosi” ma la sua notorietà resta indelebilmente legata alla trasmissione “Quelli che il calcio” con Fabio Fazio.

“Potevo scegliere fra due borse di studio – raccontava – una negli Stati Uniti e una a Perugia. Ho fatto il deserto del Sahara, ho preso un aereo per volare a Roma: avevo vinto il premio per la letteratura assegnato dal presidente della Repubblica del Senegal. Poi da Perugia mi sono trasferito a Brescia, ho finito gli studi, ho cominciato a lavorare come dj nelle discoteche e nelle radio”. Dalla radio il grande salto alla tv.

Idris
Foto di Giorgio Benvenuti / Ansa

I messaggi di cordoglio

Iniziano ad arrivare tanti messaggi di cordoglio. “Caro Idris, quanti ricordi e quante risate!”, scrive Fabio Fazio, su Twitter, ricordando i momenti trascorsi nello studio di Quelli che il calcio. “Grazie per la tua amicizia e per la tua ironia. Sono stati anni bellissimi quelli che abbiamo trascorso insieme. Mancherai tantissimo”, twitta il conduttore di Che tempo che fa.

“Mi appare un sms col numero di Idris. Sorrido: come sempre. Poi mi si gela il sangue!”, scrive sui social Marino Bartoletti. “Ciao care amiche e cari amici, Idris Sanneh ha lasciato questa terra oggi, di venerdì, il suo giorno preferito, accompagnato dalle sue Donne e da tanto Amore. La mancanza che sentiremo è superata solo dalla straordinarietà della sua vita, dei suoi insegnamenti e del suo cuore… La sua presenza si rinnoverà ogni giorno nei cuori e nelle azioni di tutte noi… Inchallah Papà”.

Bartoletti ricorda poi: “mi chiamava ‘il mio Muzungo’, che stava per ‘grande fratello bianco’. E la nostra era veramente fratellanza pura, fatta di amore, di ironia, di complicità, di dolcezza. Era un uomo entusiasta, intelligente, tollerante, colto, spiritoso, riconoscente. Mi voleva un bene dell’anima. E io a lui! Quando usciva dalle righe mi chiedeva di ‘perdonarlo’. Ed era fin troppo facile, vista la sua innocente bontà. Ma stavolta credo proprio che non ci riuscirò! In questo mondo di divisioni infami sapeva sempre unire, mai dividere. Se ne va veramente un pezzo della mia vita. Inchallah mon frère. Bon voyage”, conclude Bartoletti.

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