Lazio-Milan, Lotito furioso: bordate contro l’arbitraggio e il sistema calcio

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Lazio-Milan è destinata a portarsi dietro uno strascico di polemiche lunghe e scottanti. Il risultato della gara, vinta per 0-1 dal Milan con gol di Okafor, è passato nettamente in secondo piano rispetto all’arbitraggio confuso di Marco Di Bello le cui scelte hanno innervosito e condizionato l’incontro. Ben 14 cartellini estratti, 3 dei quali rossi rivolti tutti a calciatori della Lazio.

Al termine della gara, Claudio Lotito, presidente della Lazio, è stato l’unico membro della società biancoceleste ad apparire davanti alle telecamere e non ha risparmiato una serie di bordate nei confronti dell’arbitraggio.

Lotito furioso contro il sistema calcio e l’arbitraggio

Io non parlo degli episodi, parlo del sistema complessivo. – ha esordito Lotito – Nel momento in cui si verificano delle situazioni che non confermano la capacità di poter garantire la terzietà e l’affidabilità del sistema vuol dire che c’è qualcosa che non funziona. La dovrebbe garantire chi è preposto a farlo. Soprattutto quando si verificano in maniera reiterata alcuni episodi che, in questo caso colpiscono la Lazio, ma che colpiscono anche qualche altra squadra.

Un sistema è credibile quando viene garantita l’affidabilità dei comportamenti e, visto che parliamo di sport, l’affidabilità in termini di risultato sul piano del merito sportivo. Quando vengono meno questi presupposti ci si pone un interrogativo. La Lazio lo porrà nelle sedi preposte per far sì che queste situazioni vegano valutate in modo oggettivo per delineare se ci sono comportamenti conformi o non conformi“.

Lotito rincara la dose: “parlo di sistema calcio. Non a caso abbiamo deliberato, come Lega Serie A, di voler uscire dalla Federazione, in considerazione del fatto che, per la maggior parte dei club, non si ritiene che questo sistema possa garantire il rispetto dei valori dello sport e di un comportamento conforme alle necessità della Lega di Serie A.

Non faccio valutazioni sugli arbitri, non conosco nessuno e non parlo con nessuno. Ho dato delle indicazioni precise proprio perchè ritengo l’arbitro un giudice terzo che deve valutare con serenità, obiettività e corrispondenza alla realtà. Nel momento in cui vengono meno alcuni presupposti ci si pone il problema se il risultato è conforme o meno al merito sportivo. Questo è uno sport: si vince o si perde in base al merito sportivo, se questo viene meno viene meno la credibilità del sistema“.

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