Processi, imputati e colpevoli. Dopo l’eliminazione dell’Italia da Euro 2024 è tempo di bilanci, di scegliere contro chi puntare il dito, di far saltare qualche testa. In teoria, in un Paese normale, in un movimento calcistico normale. L’Italia ha deciso, invece, di scegliere la strada conservativa. Del resto, dopo 2 Mondiali saltati, che sarà mai uscire ai quarti di un Europeo. All’orizzonte si profila un possibile scenario che coinvolge direttamente Gabriele Gravina, presidente FIGC e Luciano Spalletti, attuale CT della Nazionale.
La strategia di Gravina
Come confermato dalla Rai, c’è una forte possibilità che Gabriele Gravina, dopo aver anticipato a novembre le elezioni del nuovo presidente della FIGC, non presenti la sua candidatura. Il presidente federale non si dimetterà, ma ridurrà drasticamente il tempo della sua carica attuale (le elezioni erano precedentemente previste a marzo, ndr). Non si tratta di dimissioni formali ma, di fatto, è qualcosa di molto simile.
La differenza sostanziale sta nella posizione di Luciano Spalletti: con la conferma dei giorni scorsi, l’ex Napoli è sicuro di restare CT fin quando Gravina sarà ancora presidente. Avrà tempo fino alle gare di Nations League per trovare la quadratura, ottenere punti e vittorie che possano convincere il nuovo presidente FIGC a confermarlo in ottica Mondiali del 2026.