Brasile, morto Francisco Marinho: ha perso la lotta contro l’alcol

CalcioWeb

134752566-f3281700-0b27-48a4-a71a-54cde65f5ab0”Uno degli ultimi romantici del calcio ha perso la lotta contro l’alcol”. Con questo titolo del suo notiziario (ripreso poi anche dal sito ‘Globoesporte’), Tv Globo ha annunciato la morte di Francisco das Chagas Marinho, il biondo terzino sinistro del Brasile degli anni ’70 che si mise in grande evidenza ai Mondiali del 1974 in Germania. Si era sentito male, per un’emorragia interna, ieri durante un evento dedicato ai collezionisti di figurine Panini (popolarissime anche in Brasile) a cui stava partecipando, nella città di Joao Pessoa. Immediatamente soccorso, era stato poi ricoverato in un ospedale cittadino, dove è morto all’alba di oggi, alle 3 ora brasiliana, secondo quanto ha confermato la famiglia dell’ex calciatore, che aveva 62 anni.

Francisco Marinho, nato nel 1952 a Natal, si era calcisticamente ‘consacrato’ nel Botafogo, poi aveva giocato nel Fluminense e nel San Paolo, prima di diventare una delle stelle dei New York Cosmos, dove era andato per far parte di un team di stelle come Pelè (al quale una volta fece un tunnel in un Botafogo-Santos al Maracanà), Beckenbauer, Chinaglia, Carlos Alberto e Neeskens. Tornato in patria giocò nel Fortaleza, per poi vivere un’esperienza in Germania, all’Augsburg. Famoso per i lunghi capelli biondi che lo rendevano popolarissimo presso il pubblico femminile (era considerato, anche per il suo stile di vita, una sorta di ‘George Best brasiliano’), è stato uno dei primi terzini ‘all’olandese’ con le sue sgroppate sulla fascia sinistra, nonostante il suo piede preferito fosse il destro. Da tempo colui che al Botafogo venne considerato l’unico erede dell’ ‘Enciclopedia del calcio’ Nilton Santos, aveva problemi di dipendenza dall’alcol e già l’anno scorso aveva rischiato di morire per un’altra emorragia interna. In quella circostanza, dopo un ricovero in terapia intensiva di dieci giorni in un ospedale di Natal, aveva giurato ”di non bere più nemmeno una goccia d’alcol: l’anno prossimo ci sono i Mondiali in casa nostra, e non posso proprio perdermeli”. Purtroppo ‘o Bruxa’ (la Strega), com’era soprannominato, non potrà realizzare questo desiderio.