Una carriera che avrebbe potuto prendere ben altra piega se non fosse stato per i tanti problemi extra campo. Una vita, quella dell’ex attaccante inglese Marcus Bent, fatta di continui eccessi: alcol, droghe, gioco d’azzardo e l’arresto nel 2016 per possesso di cocaina. C’è un episodio, a tal proposito, che racchiude in maniera significativa la folle vita del calciatore, che lui stesso racconta a ‘The Athletic’.
“Ero in paranoia, avevo le allucinazioni. Pensavo ci fosse qualcuno in casa, vedevo la la maniglia della porta muoversi. Ho chiamato la polizia e ho preso qualcosa per difendermi. Quando è arrivata, sono andato alla porta con dei coltelli in mano. Ripensandoci ora, ovviamente avrei dovuto metterli giù, ma non ero molto lucido. Loro erano giustamente spaventatissimi, vedevano una persona drogata, paranoica e con due coltelli in mano. E quindi alla fine hanno dovuto usare il taser per calmarmi. Poi mi hanno portato in commissariato, ma lì mi sentivo al sicuro. ‘Sono chiuso dentro, nessuno può raggiungermi’. E poi la mattina dopo sento che mi vogliono accusare di tentato omicidio. Non potevo crederci. Non avrei mai potuto uccidere qualcuno. Li ho chiamati perché ero spaventato, paranoico, avevo le allucinazioni“.