I racconti di Materazzi: le manette di Mou, la faccia di Ibra e la panchina rotta a Barcellona

Marco Materazzi racconta il Triplete in 23 punti: tantissimi aneddoti legati all'impresa nerazzurra, dalle trovate di Mourinho ai compagni
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Marco Materazzi, in un’intervista a Gazzetta dello Sport, ha raccontato l’anno del Triplete in 23 punti, 23 come il numero di maglia che lo ha contraddistinto nella sua carriera. Raccogliamo qui alcuni passaggi interessanti.

LA CORSA DI CHIVU— L’infortunio a Verona: “Abbiamo fatto la doccia in 5’, tutti in ospedale. Dal giorno dopo: ‘Non fate scherzi, che torno in tempo’. ‘Non farli tu, ti aspettiamo’. Quando scattò dalla panchina verso la curva dopo il gol di Diego a Siena sembrava Bolt. E sei giorni dopo era titolare al Bernabeu”.

CHE “SHAMPOO”— “Il giorno dopo Catania: Mourinho non risparmiò nessuno, neanche Toldo che non giocava mai. E neanche Eto’o, che sull’1-0, in contropiede, si era fermato invece di segnare perché Alvarez era a terra: ‘Non si era fatto niente… Bravi, sarete i campioni del fair play’”.

LE MANETTE DI MOU – “Non ne poteva più, ma ci voleva far capire: ‘Si va in guerra: se ci state, vengo con voi’”. 

IBRA AL CAMP NOU— Barcellona-Inter 1-0: “Nella partita del girone a novembre, Ibra era in panchina infortunato. Incrociò lo sguardo di Vieira e gli fece una faccia tipo: ‘Mamma mia come giochiamo, che rumba’. Cinque mesi dopo l’abbiamo guardato noi, senza dirgli nulla: indifferenza, lo schiaffo peggiore. Bastavano le nostre facce”.

LA PANCHINA ROTTA“Alla parata di Julio Cesar su Messi feci un salto per la paura e spaccai la panchina atterrando. E alla fine mi buttai vestito nella vasca idromassaggio gelata”.

PROSCIUTTO DI DEKI“Venerdì 21 un amico porta a Deki Stankovic in hotel tre confezioni di patanegra superlusso. Ci guardiamo: ‘No, dai: domani si gioca’. Un’ora dopo le avevamo finite: il miglior antistress da vigilia”.

INTERVALLO A MADRID“Il paradosso di Mou: ‘Ragazzi, occhio: se giochiamo così bene facciamo quello che spera il Bayern, infilarci in contropiede. Un po’ peggio, dai…”.

LACRIME CON MOU“Da venti giorni lo imploravo di non andarsene e gli ho sussurrato: ‘Ti rendi conto in che mani ci lasci?’. Si parlava già di Benitez, ma l’avrei detto anche se fosse arrivato un altro”.

DANZO CON SAMU“Il balletto con i sacchetti di plastica nacque l’anno dopo il Triplete, a Palermo: in ritiro gli feci vedere L’allenatore nel pallone e Samu non dormì tutta la notte per le risate. ‘Ora lo faccio anch’io’, disse. Ma cosa c’era in realtà dentro quei sacchetti lo sappiamo io e lui…”.

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