Juve-Pirlo, i pro e i contro della scelta: le aspettative, le pressioni, lo spogliatoio, il passato in campo

Cambio in panchina per la Juve in meno di 24 ore: fuori Sarri, dentro Pirlo. Tutti i pro e i contro della scelta della dirigenza bianconera

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Una scelta forte, quella della Juve. Coraggiosa, ma rischiosa, in virtù di quanto accaduto in questa stagione. Pirlo non si è mai seduto su alcuna panchina prima d’ora. Non ha allenato neanche i bambini al torneo parrocchiale. Ma ha il vantaggio di essere stato un allenatore in campo, già quando giocava. Dirigeva, dal punto più basso del centrocampo, aveva una visione di gioco (unita ad una grande tecnica) tale da poter guidare da solo un’intera squadra. Ma non è detto che basti. In panchina è diverso. C’è da gestire, da fuori il rettangolo verde. C’è la responsabilità totale dei risultati, con i mugugni dei tifosi se le cose vanno male ed una pressione smisurata. Questo, in sintesi. Ma cerchiamo di spiegarlo meglio. I pro e i contro della scelta Pirlo alla Juve.

I PRO

  • Non sempre è così, ma spesso accade. Cosa? Che un calciatore dotato di grande tecnica, carisma e personalità – una sorta di allenatore in campo per intenderci – diventi poi anche un grande allenatore. E Pirlo, dentro il rettangolo verde, era “Il Maestro”. Non per niente. Sul prato di gioco dipingeva calcio, dirigeva un’intera squadra da solo.
  • Pirlo ha un vantaggio: nessuno si aspetta miracoli da lui. Non ha un passato in panchina che si può confrontare (come con Sarri e il Napoli), nessuno sa come allenerà e cosa farà. Parte da zero ed ha tanti alibi.
  • Il rapporto coi senatori, che di per sé è un rischio. Tralasciando Ronaldo, per cui i due si sono solo affrontati da avversari, con gli altri era compagno. Con Buffon, Chiellini e Bonucci, tante battaglie e successi in bianconero ma anche in Nazionale. Il rapporto è più che ottimo, lo spogliatoio dovrebbe approvare, allontanando i malumori che c’erano con Sarri. Chiaro che, con gli stessi, la confidenza vada oltre il semplice rapporto allenatore-calciatore. Che non crei l’effetto boomerang…
  • I paragoni con altre big: Barça con Guardiola e Real con Zidane. Bisogna tuttavia specificare che il primo allenava il Barça B e che il secondo, seppur senza esperienza in panchina, gravitava da anni come vice o collaboratore dello staff. Però, nei fatti, la scelta è uguale. E non è detto che Agnelli non si sia basato proprio su queste situazioni.

I CONTRO

  • Parliamoci chiaro: quando l’esperienza manca, lo scetticismo aumenta. Ed è normale. Magari Pirlo diventerà il miglior allenatore della storia bianconera, ma ad oggi è giusto porsi tante domande. Sarà la sua prima assoluta e il rischio che possa bruciarsi non è remoto.
  • Le pretese. Sopra abbiamo detto che le aspettative non potranno essere elevate. Giusto. Ma, seppur indirettamente, anche i muri sanno qual è l’obiettivo principale della Juve. E, da oggi, è tutto nelle mani di questo “giovanotto”. Bella sfida.
  • Tanti dicono che alla Juve, dopo anni di domini in Italia, più di qualcuno si sentisse appagato e tendesse a non dare il massimo. Motivo per cui, in panchina, servisse un motivatore. Un Klopp, per intenderci. O un Conte, volendo paragonarsi al passato bianconero. Ecco, Pirlo non sembra proprio ricoprire questa figura. E’ un tipo pacato, tranquillo, un “Maestro”, come detto, un saggio. E i saggi non urlano e spronano. Danno serenità e infondono le proprie idee tecnico-tattiche, oltre che i loro insegnamenti di vita. Questo dovrà sfruttare Pirlo, ma non sarà facile.

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