Caso scommesse, le reazioni (furiose) di El Shaarawy e Casale contro Corona

Fabrizio Corona tira in ballo anche Casale e El Shaarawy: le reazioni furiose dei calciatori di Lazio e Roma

CalcioWeb

E’ altissima la tensione nel mondo del calcio con riferimento allo scandalo scommesse, in particolar modo non sono passate inosservate le ultime rivelazioni di Fabrizio Corona. L’ex ‘Re dei Paparazzi’ si è prima presentato su Rai3, poi è stato fermato da Valerio Staffelli di ‘Striscia la Notizia’.

Il caso scommesse si è allargato e sono stati svelati altri nomi: dopo Fagioli, Zaniolo, Tonali e Zalewski, anche Casale, El Shaarawy e Gatti, secondo quanto riferito da Fabrizio Corona. Gatti Casale El Shaarawy

Le reazioni (furiose) di El Shaarawy e Casale

“Poche parole chiare: Stephan El Shaarawy e le scommesse, di qualunque tipo, non hanno niente da spartire. Non ha mai scommesso né gli è mai interessato farlo”. E’ quanto dichiarato dai legali di El Shaarawy, gli avvocati Matteo Uslenghi e Federico Venturi Ferriolo di Lca Studio Legale. “È assolutamente sereno di fronte ad accuse totalmente infondate e calunniose. Tutto viene di conseguenza, in primis ogni inevitabile azione a tutela del nostro assistito. Questo è quanto abbiamo da dire rispetto alle indiscrezioni di queste ore su ulteriori rivelazioni, con tanto di video/audio, di Fabrizio Corona a Striscia la notizia”. 

Furiosa anche la reazione del calciatore della Lazio. “Nicolò Casale non ha mai scommesso su una competizione sportiva e ha consacrato la sua vita sempre e solo all’impegno agonistico: ciò nonostante sono state messe in circolazione accuse infondate e calunniose sul suo coinvolgimento nell’inchiesta riguardante le scommesse nel mondo del calcio”. E’ quanto dichiarato dall’avvocato Guido Furgiuele, legale del calciatore biancoceleste. “Attesa la sua totale estraneità all’indagine, e ai fatti a cui si riferisce, e la gravità delle accuse mosse nei suoi confronti sporgeremo querela e perseguiremo in ogni sede giudiziaria gli autori della diffamazione e/o calunnia, nonché gli editori e i responsabili dei canali d’informazione con cui siano divulgate tali illecite accuse. Ciò a tutela della sua immagine e della sua onorabilità”.  

Condividi