Scontri tra tifosi di Sampdoria e Genoa: cosa c’è dietro la guerriglia urbana di questi giorni?

CalcioWeb

Guerriglia urbana a Genova per gli scontri tra tifosi di Sampdoria e Genoa. Tre attacchi in 24 ore. Prima gli scontri in piazza Alimonda, poi l’attacco al club sampdoriano in piazzale Adriatico e infine l’irruzione nel Bar di Nervi con il ferimento di due ragazzi. Un’escalation di violenza che nemmeno le normali misure di sicurezza sono riuscite a placare.

La cosa peggiore è che non c’era il sentore di quanto poi effettivamente accaduto. Il bilancio degli scontri parla, per ora, di feriti lievi e pochi arresti, ma gli inquirenti si muovono in una direzione alquanto sinistra: quanto sta accadendo potrebbe essere la conferma che determinati equilibri si siano rotti e che la guerriglia, anche contro gli stessi agenti di polizia, rappresenti un passo in avanti (o indietro se preferite) sia per la gravità dei fatti che a livello generazionale.

Come sottolinea “Fanpage.it”, a spaventare sono le modalità di quanto sta accadendo, la possibile pianificazione, le ‘coincidenze’, le versioni fornite rispetto agli scontri post Sampdoria-Reggiana. È partito tutto da lì: i tifosi della Sampdoria escono dal Ferraris e si dirigono verso piazza Alimonda, luogo non molto distante da uno dei luoghi più frequentati dal tifo genoano (in via Armenia) che, poco dopo le 17:00, si popola per la sfida di Serie A tra rossoblù e Milan delle 18:00.

Le cause degli scontri sono tutt’ora in fase di chiarimento, possibili reazioni reciproche a torti e affronti subiti. Circa 80 tifosi doriani avrebbero effettuato la spedizione punitiva (organizzata) contro i genoani. L’intervento degli agenti della Digos serve a tamponare, ma non a placare gli animi: gli agenti diventano addirittura bersaglio dei facinorosi che non intendono fermarsi nemmeno davanti alle forze dell’ordine.

Una parte dei tifosi genoani lascia il Meazza e fa ritorno in città per dare manforte ai tifosi aggrediti e lavare l’onta di quanto accaduto. Le modalità ricordano il passato: vengono puntati i locali di ritrovo degli ultras blucerchiati, messi a soqquadro, devastati si tenta anche di appiccare il fuoco, fortunatamente domato dai pompieri. La paura è che a Genova sia scoppiata una vera e propria faida che con il calcio, ormai, non c’entri nulla.

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