Tutto il calciomercato italiano ed estero: non perderti nemmeno una notizia su CalcioWeb
Non è calcio giocato, ma è forse più importante di quest’ultimo. Seguito con attenzione, passione, permette a chiunque di sognare. Ogni tifoso, infatti, con il calciomercato sogna. Sotto l’ombrellone, tra un bagno e una bevanda ghiacciata. Ma anche in quello di riparazione. Sogna possibili colpacci della sua squadra. E non importa se quel calciatore contattato o molto vicino non si trasferirà, il tifoso ha cullato almeno per un momento l’idea che potesse farlo. E via con la fantasia: contatti, trattative vere e proprie, semplici pour parler, scambi di opinioni, cene interlocutorie, conferme e smentite che si riveleranno tattiche, rialzi sui prezzi. Tutto può far notizia, tutto può ribaltarsi nel giro di un secondo. Questo è il calciomercato. Un secondo e hai l’accordo, il secondo dopo salta tutto, o viceversa. L’imprevedibilità, la curiosità, i retroscena.
Esistono tre forme di trasferimento ad oggi in Italia: a titolo definitivo e a titolo temporaneo. Nel primo caso il calciatore passa ad un’altra squadra, che ne diventa titolare del cartellino fino a scadenza di contratto. Nel secondo il calciatore passa ad un’altra in prestito, ritornando poi alla squadra di appartenenza. Il prestito può essere con diritto o obbligo di riscatto. La squadra a cui è stato ceduto temporaneamente il calciatore può cioè decidere, in accordo con l’altra, di riscattarlo completamente affinché diventi di proprietà (diritto) oppure è obbligata a farlo a fine prestito (obbligo). Non esiste più la comproprietà, abolita quattro anni fa, che permetteva alle società di acquistare o vendere un calciatore per la metà, con la possibilità di mettersi d’accordo sul prezzo per l’acquisto o cessione dell’altra metà. In caso di disaccordo tra le due squadre, quest’ultime presentavano la propria offerta in busta chiusa e chi aveva offerto di più si assicurava il calciatore pagando all’altra quanto segnato in busta.
In Italia ci sono due finestre di calciomercato. Quello estivo e quello invernale, definito anche di riparazione, perché permette alle squadre di ‘riparare’ o sistemare la rosa. Il primo solitamente ha una durata di due mesi (luglio e agosto), ma diverse sono le modifiche sull’anticipo o posticipo della data di fine sessione. Il secondo dura invece solitamente per tutto il mese di gennaio.
La storia. Il calciomercato nasce negli anni ’50. La Seconda Guerra Mondiale ha mietuto tante vittime, le società calcistiche avevano così bisogno di rimpiazzare i più anziani della squadra con i giovani più promettenti. Si aprirono le frontiere, con la possibilità di acquistare anche calciatori stranieri. Il prezzo d’acquisto, sin dalla nascita, ha subito un aumento sempre maggiore, seppur fino al nuovo millennio si parlasse di lire e non degli Euro attuali. Rimanendo in Italia, i primi trasferimenti più costosi furono quello di Giuseppe Savoldi dal Bologna al Napoli e quello di Giuseppe Rossi dalla Juventus al Vicenza, negli anni ’70. Successivamente Maradona al Napoli e Ruud Gullit al Milan, mentre tra anni ’90 e 2000 il prezzo salì notevolmente: si ricorda Baggio alla Juventus ma soprattutto Ronaldo all’Inter. Poi iniziò il predominio Real Madrid, con la campagna acquisti ‘galactica’: Figo, Zidane e più di recente Kakà e Cristiano Ronaldo. In tutto ciò, gli sceicchi iniziavano a fare la voce grossa in Europa. A tal proposito, l’ultimo acquisto ‘monstre’ è quello del proprietario del PSG Al Khelaifi, assicuratosi l’asso brasiliano Neymar per circa 222 milioni di euro.
