La rinascita a livello nazionale ed europeo del Borussia Dortmund passa dalle mani, ma soprattutto dalle idee, del rivoluzionario allenatore tedesco Jürgen Klopp. Con la sua geniale “follia” Klopp è riuscito in pochi anni a dare un netto cambio di tendenza ai campionati del Borussia ed è riuscito a creare una macchina perfetta che unisce bel gioco e concretezza. Il profeta di Vestfalia è riuscito a metter su un esercito di giovani terribili, che eseguono alla perfezione le sue direttive, pescando dal vivaio del club e prelevando a cifre modiche in giro per la Germania talenti da far crescere. Tra questi c’è Ilkay Gündogan, che dopo la cessione di Nuri Sahin, fulcro del gioco di Klopp, è stato scelto e plasmato dal tecnico per diventarne l’erede, e forse qualcosa in più.
Come Sahin, anche Gundogan è di origini turche, con la differenza che Ilkay si sente tedesco al cento per cento e ha scelto la maglia della Germania. Nato a Gelsenkirchen nell’ottobre del 90, a soli 3 anni è già iscritto nelle giovanili locali del Gelsenkirchen-Hessler, lo scova prima di tutti lo Schalke quando di anni ne ha 8 e lo inserisce nel proprio vivaio. Vi rimarrà solo per un anno, per tornare alla scuola calcio di sempre, dove continua a formarsi.
A 15 anni il Bochum è deciso a portarsi a casa il giovane centrocampista, dopo averlo ammirato presso le giovanili del Buer, e dopo tre anni con le proprie giovanili, raggiunta la maggiore età lo schiera col la satellite Bochum II ed esordisce nella seconda divisione tedesca segnando anche il primo gol tra i professionisti e assaggiando l’emozione di vestire la maglia della nazionale con l’Under18.
Essendo considerato uno dei migliori giovani della Bundesliga 2 di quell’anno, il Norimberga da neo promossa decide di acquistarlo per rinforzare l’organico, così Ilkay ha l’opportunità di esordire nella massima serie tedesca.
In due anni col Der Club iniziò subito a stupire tutti: nella prima annata con un suo gol all’Augusta nello spareggio salvezza fece staccare il ticket ai suoi per un altro anno in Bundesliga; il secondo andò ancora meglio, con Hecking sulla panchina Gundogan e compagni fecero un’annata stupefacente arrivando al sesto posto, mancando per un soffio la qualificazione in Europa League, lui da faro del centrocampo rossonero collezionò 25 presenze andando 5 volte in gol.
Il centrocampo tutto corsa e geometria del Die Borussen ha bisogno di lui, è il sostituto perfetto di Sahin nel 4-2-3-1 di Klopp, che con la cura maniacale per il gioco veloce riesce anche a migliorare le qualità del ragazzo. Gli allenamenti nella gabbia sparapalloni (La Footbonaut) ideata dal BVB sono pesantissimi, ma esaltano al meglio le qualità di Ilkay, facendolo crescere sotto l’aspetto tattico che abbinato ad un’ottima tecnica di base gli permette sempre di essere al centro dell’azione, grazie anche alla sua infinita duttilità nel centrocampo tedesco: trequartista, esterno, incontrista, regista.
La dedizione al lavoro e al sacrificio gli ha fatto scalare le gerarchie nelle idee tattiche di Klopp, che lo considera un elemento imprescindibile delle sue ormai famose manovre, che oggi partono dai suoi piedi. E la prova delle qualità di questo giocatore si può guardare anche nei risultati e nel bel gioco offerto dai tedeschi, diventati ormai nuovo modello di calcio da far studiare ai corsi di Coverciano, una squadra che ha il gioco e non i giocatori alla base del progetto, ma con gente così riesce tutto più facile.
Questo ambizioso e geniale laboratorio è riuscito a tirare fuori un’altra stupefacente creazione, e se si sono inchinati persino i Galacticos, lo facciamo anche noi con un doveroso chapeau a Gundogan e alla fantastica, frenetica, Meglio Gioventù, made in Dormund.
L’allenamento nella gabbia sparapalloni del Borussia: la Footbonaut, un gioiellino tedesco.