Coronavirus, Dario Marcolin da brividi: “papà, avrei voluto abbracciarti. Ultimi giorni di vita devastanti”

Il padre di Dario Marcolin parla della morte del padre per Coronavirus. Il racconto da brividi da parte dell'allenatore, l'intervista

CalcioWeb

Gravissimo lutto per Dario Marcolin, il padre dell’allenatore è morto a causa del Coronavirus. Il racconto è straziante, il tecnico ha svelato tutti i retroscena sul momento appena trascorso, sono stati giorni veramente drammatici, come riporta in un’intervista a ‘Il Corriere dello Sport’.

IL CORONAVIRUS – “Gli ultimi due giorni non ha più risposto, era sensibilmente peggiorato. Chiamavamo il reparto e le risposte erano “è stabile”, “non bene”, infine “non è cosciente“. Una discesa inarrestabile. Quando abbiamo chiesto se fosse questione di ore o di giorni, ci hanno detto “di ore”. Gianca se n’è andato in due settimane, è morto mercoledì, era entrato in ospedale, alla nuova Poliambulanza di Brescia, giovedì 12. Non avremo neppure la possibilità di fargli il funerale. Gianca sarà cremato come le altre persone che non ce l’hanno fatta. Siamo in lista d’attesa, forse tra una settimana, non so. È sconvolgente. L’affetto e la solidarietà del mondo del calcio è l’unica cosa bella, vorrei potergli dire “Gianca, ha visto, tutti per te?”. 

“Prima un po’ di febbre. Era un soggetto a rischio, e non solo perché aveva 75 anni. Pesava centocinquanta chili, era un omone di oltre un metro e ottanta e soffriva di ipertensione. Il virus ha trovato terreno fertilissimo. Nei primi giorni quelli dell’ospedale ci avevano suggerito di monitorarne le condizioni a casa. Al quarto giorno di febbre, 39 e mezzo, quaranta, mio fratello, che lavora nella cosmetica, si è fatto dare dalla socia la macchinetta che misura la saturazione dell’ossigeno nel sangue. Il valore minimo è 92, mio padre aveva 78. Quando l’abbiamo comunicato all’ospedale sono andati a prenderlo immediatamente”. 

“Eravamo preparati al peggio. Ma il peggio non è mai come te lo immagini. Io ero andato a trovarlo a casa a inizio febbraio, non avrò nemmeno la possibilità di dargli un bacio sulla fronte. Nelle nostre stesse condizioni si trovano tutti quelli che hanno perso qualcuno che amavano. Non incolpo nessuno, non è una situazione normale quella che stiamo vivendo. E Gianca era così solare…”.

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