Non è bastata la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, un disastro per tutto il nostro movimento calcistico, a far dimettere il presidente della Figc, Carlo Tavecchio. Il numero uno della Federazione dimostra di non avere nemmeno le ‘palle’ di lasciare la poltrona a cui è tanto attaccato. Ma d’altronde non si tratta della prima volta. Ancora prima che fosse eletto presidente della Figc, nell’agosto 2014, Tavecchio insieme a Giancarlo Abete, ex numero uno della Federazione, e Mario Macalli stroncarono l’ascesa di Roberto Baggio che aveva presentato un progetto di 900 pagine, in qualità di responsabile del settore tecnico, per cercare di rivoluzionare il sistema calcio italiano. Troppa la paura di perdere potere all’interno dei palazzi di via Allegri a Roma, visto che il progetto dell’ex 10 di Brescia e Juventus, tra le altre, riduceva l’impero della Lega Dilettanti.
Il ‘Divin Codino’ ai documenti allegò un piano di sviluppo che sarebbe costato 10 milioni di euro. Questi 10 milioni di euro, stanziati, li hanno prima ridotti e poi li hanno congelati, scomparsi. Fu da quel momento che Baggio capì come in Federazione fosse impossibile lavorare fino a quando a governarla c’erano personaggi come Abete e Tavecchio. Proprio quest’ultimo fu eletto presidente della Figc e oggi ne abbiamo pagato le conseguenze toccando il punto più basso della storia della Nazionale italiana. Grazie Tavecchio & Co.!