Razzismo, la Uefa alza la voce ed esce allo scoperto: il comunicato!

Dopo i fatti di quest'ultimo periodo, la Uefa ha deciso di alzare la voce ed uscire allo scoperto in merito alla questioe razzismo

CalcioWeb

La Uefa esce allo scoperto e, dopo i numerosi episodi di razzismo verificatisi negli stadi nell’ultimo periodo, ha deciso di alzare la voce attraverso un comunicato. Eccolo integralmente.

“Ci sono stati momenti, non molto tempo fa, in cui la famiglia del calcio pensava che il flagello del razzismo fosse un lontano ricordo. Gli ultimi due anni ci hanno insegnato che tale pensiero era, nella migliore delle ipotesi, compiacente. L’ascesa del nazionalismo in tutto il continente ha alimentato alcuni comportamenti inaccettabili e alcuni si sono presi la briga di pensare che una folla di calcio fosse il posto giusto per dare voce alle loro opinioni spaventose.

Come organo di governo, so che non vinceremo nessun concorso di popolarità. Ma alcune delle opinioni espresse sull’approccio della UEFA alla lotta contro il razzismo sono state molto lontane. La UEFA, in stretta collaborazione con la rete FARE (Football Against Racism Europe), ha istituito il protocollo in tre fasi per identificare e affrontare il comportamento razzista durante le partite.

Le sanzioni della UEFA sono tra le più difficili nello sport per club e federazioni i cui tifosi sono razzisti nelle nostre partite. La sanzione minima è una chiusura parziale dello stadio – una mossa che costa ai padroni di casa almeno centinaia di migliaia di entrate perse e attribuisce uno stigma ai loro sostenitori.

La UEFA è l’unica ente calcistico a vietare un giocatore per dieci partite per comportamento razzista – il livello di punizione più severo nel gioco. Credetemi, la UEFA si impegna a fare tutto il possibile per eliminare questa malattia dal calcio. Non possiamo permetterci di accontentarci di questo; dobbiamo sempre sforzarci di rafforzare la nostra determinazione.

Più in generale, la famiglia del calcio – tutti, dagli amministratori ai giocatori, agli allenatori e ai tifosi – deve lavorare con i governi e le ONG per condurre una guerra contro i razzisti ed emarginare le loro opinioni disgustose ai margini della società. Le stesse federazioni calcistiche non possono risolvere questo problema. Anche i governi devono fare di più in questo settore. Solo lavorando insieme in nome della decenza e dell’onore faremo progressi”.

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