Enzo Francescoli, il “Principe”. Nato a Montevideo il 12 novembre del 1961, Francescoli è stato un fuoriclasse del pallone. Classe cristallina, fisico gracilino. Per quest’ultimo motivo viene scartato ai primi provini. Il Penarol, una delle squadre più importanti e gloriose del Sudamerica, prevede per lui un futuro lontano dal calcio. Troppo leggero per resistere ai contrasti dicevano. La prima società a credere in quel ragazzo è il Montevideo Wanderers, terza squadra della capitale uruguayana. Un ambiente ideale in cui svezzare quel talento cristallino ma acerbo. Non ci sono grosse pressioni, non c’è obbligo di fare risultato. Dopo la trafila nelle giovanili inizia a giocare in prima squadra. La sua classe è sotto gli occhi di tutti e Francescoli mette in mostra tutto il suo repertorio fatto di giocate, assist e gol. Di lui iniziano ad accorgersi le squadre più importanti del Sudamerica, tra queste il River Plate. Enzo sceglie la maglia dei Millionarios. Con il River nel 1983 nella sua prima stagione segna 24 reti in 32 partite laureandosi capocannoniere, si ripete l’anno successivo con 25 reti in 34 partite. La terza stagione inizia male. L’allenatore Cubilla gli preferisce Roque Alvaro. Ma qualche mese dopo arriva la svolta. In panchina si siede Adolfo Pedernera, che fa di Francescoli un punto fermo, arretrandolo di qualche metro. E’ in questo periodo che Victor Húgo Moralez, il più famoso telecronista sudamericano di tutti i tempi, conia il soprannome di “Principe”. Agnelli lo vuole alla Juventus, ma lui a sorpresa si trasferisce in Francia in una modesta squadra, il Racing Club de France.
Disputa tre buone stagioni, ma quel club non è all’altezza del suo talento. E allora arriva la chiamata del Marsiglia. E i tifosi dell’Olympique si innamorano subito di lui. Tra i ragazzini che lo vedono giocare c’è un certo Zinedine Zidane, che qualcosa da calciatore farà. Zidane cercava di imitare le giocate del suo idolo per strada, innamorato a tal punto da ricordarsene qualche anno dopo quando chiamerà il suo primogenito Enzo. Dopo una sola stagione lascia Marsiglia alla ricerca di nuove sfide. Ma facciamo un piccolo passo indietro. Siamo a Stoccarda, nell’aprile del 1990, col Mondiale alle porte. L’Uruguay di Tabarez sfida la Germania, che diventerà Campione del Mondo. Sugli spalti c’è una spedizione del Cagliari, che nel frattempo lotta per la promozione in Serie A, a visionare Kirsten, centravanti ideale in caso di salto di categoria. In tribuna una parte della famiglia Orrù con Efisio e Ninnino, insieme a Carmine Longo. Il presidente del Cagliari, Tonino Orrù, amico del procuratore Paco Casal, rimane affascinato dalle prestazioni di Daniel Fonseca e Josè Herrera nel 3-3 finale. L’iniziale progetto che portava a Kirsten viene abbandonato. Saranno loro due ad approdare sull’isola. Ma non solo. Perché quella che sembrava pura utopia, portare Francescoli a Cagliari, diventa realtà.
E’ lo stesso agente Paco Casal a proporlo al Cagliari. E a Francescoli non resta che accettare, entusiasta per la nuova avventura. Mister Claudio Ranieri crede ciecamente in lui, insiste contro tutto e tutti e, a fine stagione, riuscirà incredibilmente a salvarsi. L’anno dopo a Cagliari arriva Carlo Mazzone e Francescoli si esalta. L’allenatore romano lo impiega da seconda punta e il “Principe” delizia il pubblico sardo con assist e gol meravigliosi. Ma è la terza stagione a consacrarlo. Trascina i sardi alla storica qualificazione in Coppa Uefa. Poi, rimanendo fedele alle sue strane scelte, si accasa a Torino. Non nella squadra di Agnelli che lo avrebbe voluto, ma in quella granata. Per lui, ventiquattro presenze condite da tre reti segnate in campionato con la maglia numero 10 sulle spalle, ma anche i primi acciacchi che impedirono a Emiliano Mondonico di utilizzarlo con continuità. Decide di ritornare al River Plate e far ricredere chi storceva il naso al suo arrivo. Segna 47 reti in 3 anni e fa da chioccia ai giovani dei Millionarios come Hernan Crespo, Ariel Ortega, Mathias Almeyda, Marcelo Gallardo, Santiago Solari, Pablo Aimar , Marcelo Salas, Julio Cruz. Enzo Franscescoli si ritira nel 1997.
Due anni dopo debutta nel Racing di Avellaneda un giovane che, nei tratti somatici, gli assomiglia particolarmente. Si chiama Diego Alberto Milito e con il soprannome di “Principe” scriverà qualche pagina importante anche in Italia. “Un uomo finisce con l’appartenere alle proprie abitudini e io, quando infilo la maglia rossoblu, provo la stessa emozione di quando indossavo la divisa celeste. Oggi è il Cagliari la mia nazionale. seguirei i compagni anche in C. Meglio giocare sempre, sentirsi utili sempre. Io non sopporterei di andare in tribuna con le tasche piene di soldi, come capita a certi colleghi nelle società miliardarie”, diceva Francescoli, uomo vero non legato al vil danaro.
Negli occhi di chi ha avuto la fortuna di veder giocare Francescoli sono ancora vivi i movimenti eleganti e i lampi geniali di un calciatore, uno dei pochi se non l’unico, capace di unire le tifoserie di Boca e River: “I tifosi del Boca mi chiedono autografi. Sì, tirano fuori dal portafoglio un biglietto di una partita e mi dicono: “Sono del Boca ma tu eri troppo speciale e poi io ero alla tua partita d’addio”. Un calciatore che è stato l’idolo di Zidane: “Un po’ prima della finale di Coppa Intercontinentale del 1996 tra il River e la Juventus lessi che Zidane disse che sarebbe stato un onore affrontare il River perché ci giocavo io. Scoprii che da ragazzino, quando giocavo nel Marsiglia, veniva a spiarmi durante gli allenamenti e che aveva chiamato suo figlio come me, così dopo la partita gli regalai la mia maglietta. Più tardi ho saputo che la usava per dormirci, come pigiama, durante i ritiri della Coppa del Mondo e con la Juve”. Uno che, a detta di Simeone ma non solo, ha realizzato la rovesciata, pardon la Chilena, più bella di sempre in un River Plate-Polonia 5-4. Chi l’ha visto giocare è stato fortunato, per tutti gli altri un riassunto delle sue magie nel VIDEO in basso.
Auguri a Enzo #Francescoli 5️⃣8️⃣
Fantasista ?? ex, tra le altre, di #RiverPlate, #Cagliari e #Torino.
In Sudamerica ha vinto tutto, comprese 3 Coppe America con la sua nazionale.
In Europa una Ligue1 con il Marsiglia.E’ nei TOP100 giocatori FIFA.
— Calcio In Pillole ⚽️ (@CalcioPillole) November 11, 2019