Marco van Basten: storica esultanza in faccia a Pasquale Bruno

Si rinnova l'appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Marco Van Basten
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Se parli di van Basten stai parlando del firmamento calcistico. Una delle stelle più brillanti che il mondo abbia mai visto. Una carriera incredibile, frenata troppo presto dai problemi alle articolazioni. La fragilità di un campione assoluto. Marcel (sì perché questo era il vero nome di van Basten) nasce a Utrecht, in Olanda, il 31 ottobre 1964. Van Basten è considerato fra i giocatori più forti della storia del calcio, ha segnato 303 gol in carriera. Inizia a giocare con la squadra della sua città, ma è troppo forte per quei livelli. Arriva la chiamata dell’Ajax. Debutto da sogno, in sostituzione di Cruijff. Van Basten esordì nell’Ajax il 3 aprile del 1982, a soli 17 anni, contro il NEC Nijmegen e segnò subito. Segna montagne di gol e attira le attenzioni del Milan. Con l’Ajax il giovane Marco vince 3 scudetti, 3 Coppe d’Olanda, 1 coppa delle Coppe, 4 titoli consecutivi di capocannoniere.

I rossoneri lo acquistano nell’inverno del 1986. Un ragazzo timido fuori dal campo, capace di gesti di tecnica sublime in campo. Ambidestro, elegante, veloce, acrobatico, bomber di razza. Completo. Quattro partite di Coppa Italia e cinque gol, esordio in Serie A contro il Pisa e, ovviamente, gol. In porta c’era Nista, tenetelo a mente perché tornerà più avanti.
Le caviglie di cristallo lo tengono lontano dal campo per 6 mesi. Il suo ritorno coincide con il sorpasso al Napoli e la vittoria dello scudetto. Van Basten è pronto per l’Europeo del 1988 con l’Olanda. Una cavalcata, iniziata male, ma finita in trionfo. In finale con l’URSS ci pensano due rossoneri. Prima Gullit, poi van Basten, con il gol diventato emblema: un’impossibile parabola dall’altezza del calcio d’angolo destro. E’ il momento di rivestirsi di rossonero e di vincere. Due Palloni d’Oro consecutivi, le Coppe dei Campioni, i successi intercontinentali. Sacchi dà l’addio, arriva Capello. La prima stagione della nuova era si conclude con la vittoria dello scudetto e il titolo di capo-cannoniere di van Basten con ben venticinque reti. Nel 1992 arriva il terzo Pallone d’Oro.

Ma il finale è amaro. Recatosi a St Moritz per farsi operare, van Basten torna dopo oltre 4 mesi. Fa in tempo a segnare il suo ultimo gol in carriera. Avversario l’Ancona, in porta Nista. E sì, primo e ultimo gol allo stesso portiere, quasi un cerchio che si chiude. Van Basten scende in campo in condizioni precarie contro il Marsiglia, ma pochi giorni dopo è costretto ad operarsi di nuovo: quarto intervento chirurgico alla caviglia e due anni di calvario. Un ritorno in campo sperato, mai concretizzatosi.

Un episodio curioso è legato ad un esultanza. Dopo un autogol del difensore del Torino Pasquale Bruno, van Basten gli si avvicinò e lo sbeffeggiò con un balletto; tra i due c’erano stati diversi attriti durante la partita, col difensore granata che spesso dovette ricorrere alle maniere forti per poter fermare l’olandese. Van Basten è uno dei sei calciatori che hanno segnato un poker in una sola partita di Coppa Campioni/Champions League. Condivide il record con Shevchenko, Simone Inzaghi, Prso, van Nistelrooy e Puskás.

Si chiude amaramente la carriera del “Cigno di Utrecht”. Un campione, uno di quelli capaci di emozionare chi ama questo sport. Uno di quelli che non fanno mai dichiarazioni o gesti sopra le righe. Uno tranquillo e speciale. Il destino lo toglie dal campo a soli 30 anni, ma i ricordi nella mente di chi lo ha visto giocare sono ancora vividi. Uno così nasce ogni 100 anni. Dopo il ritiro sono arrivate esperienze da allenatore con alterne fortune. E’ anche un appassionato e forte giocatore di golf. Il giorno dopo il suo ritiro l’allora ad del Milan Adriano Galliani disse: “il calcio perde il suo Leonardo da Vinci”. Non serve aggiungere altro.