Cina ko. La Nazionale fino a qualche ora fa di Marcello Lippi ha perso contro la Siria in una gara valevole per le qualificazioni ai Mondiali del 2022 in Qatar. E sì, perché il tecnico viareggino ha rassegnato le dimissioni in conferenza stampa con uno sfogo molto duro. Questi alcuni passaggi dello sbotto dell’ ormai ex ct della Nazionale cinese: “Guadagno tanti, tanti soldi e non voglio rubarli. Sono dimissioni irrevocabili. Abbiamo giocato senza grinta, senza rabbia, senza cuore, senza personalità, senza fare tre passaggi di fila, questo vuol dire che l’allenatore non sta facendo bene il suo lavoro. Abbiamo battuto Guam e Maldive ma appena abbiamo giocato con squadra un po’ migliore, abbiamo pareggiato con le Filippine e fatto questo tipo di partita con la Siria, che ha meritato di vincere perché è stata più squadra di noi. Se presento una squadra così in campo, allora non voglio rubare soldi“.
Una sconfitta che ha permesso alla Siria di allungare a +5 sulla Cina. Ricordiamo che la prima classificata accede alla terza fase per la qualificazione ai Mondiali e acquisisce il diritto di partecipare alla Coppa d’Asia. Lippi era al suo secondo mandato sulla panchina della Nazionale cinese dopo l’esperienza dal 2016 al gennaio del 2019. Ma ciò che ha colpito particolarmente non sono tanto le dimissioni, tanto lo sfogo post-partita, che ai più attenti ha ricordato un precedente storico.
Una delle esperienze fallimentari di Lippi è stata senza ombra di dubbio quella sulla panchina dell’Inter. Nonostante una rosa di qualità, che comprendeva tra gli altri Baggio, Ronaldo e Vieri, l’avventura della stagione 1999-2000 non andò per il verso giusto. Tutto ebbe inizio con il fallimentare preliminare di Champions League contro l’Helsinborgs. Sconfitto all’andata, Lippi si disse convinto di riuscire a ribaltare il punteggio a San Siro. Un’Inter arrembante ma che non crea troppi pericoli agli svedesi, se non con il palo colpito da Robbie Keane. In pieno recupero c’è un calcio di rigore per i nerazzurri. Dal dischetto va Alvaro Recoba, rientrato per quella partita. Ma il “Chino” si fa parare il penalty. L’Inter esce. San Siro fischia.
L’Inter perde anche la Supercoppa Italiana contro la Lazio. Il calendario volle che l’Inter esordisse in campionato al Granillo contro la Reggina. Amaranto privi delle stelle che avevano permesso alla squadra dello Stretto di raggiungere traguardi importanti alla prima stagione in Serie A. E molti erano nelle fila dell’Inter: da Kallon a Pirlo fino a Cirillo. Le cose sembrano mettersi bene con Recoba che apre le marcature, ma la Reggina rimonta con le reti di Possanzini e Marazzina. Lo sfogo del post partita di Lippi divenne una delle pagine storiche del calcio italiano: “Se fossi il presidente, manderei subito via l’allenatore. Prenderei i giocatori, li attaccherei tutti al muro e li prenderei a calci nel culo, perché non esiste giocare in questa maniera”. Di lì a poco Massimo Moratti, allora presidente dell’Inter, seguì alla lettera il consiglio dato dal tecnico. Insomma, possiamo parlare di un Lippi recidivo. In basso i due VIDEO: lo sfogo all’Inter e quello in Cina.
Senza queste dimissioni sarebbe stato esonerato prendendo una vagonata di soldi ma lui si è comunque dimesso, dimostrando, ancora una volta, di essere un grande uomo, prima ancora che un grande allenatore.#Lippi https://t.co/5knLC8m123
— ELIO ? ?? (@EL10juve) November 14, 2019
2000. Dopo essere stata eliminata ai preliminari di Champions dall’Helsingborg, l’Inter perde 2-1 a Reggio Calabria e Lippi sbrocca del tutto, evocando i forconi per i giocatori lavativi e incitando (non molto elegantemente) Moratti a licenziarlo. Sarà accontentato.
5/10 pic.twitter.com/zWlwE6p4cQ
— Giuseppe Pastore (@gippu1) August 24, 2019