Una decisione clamorosa, a prescindere da come andrà a finire. Ma intanto è appena iniziata e sarà destinata a far parlare: la Juve, poche ore dopo l’ufficialità dell’esonero di Sarri, ha deciso di affidare le chiavi della prima squadra ad Andrea Pirlo, qualche giorno fa annunciato come nuovo tecnico dell’Under 23.
Quella che sembrava poco più che una suggestione fino a poco fa, è adesso diventata realtà. Qualcuno l’aveva addirittura ipotizzata già da qualche giorno, ma non sembrava realmente una pista percorribile. E invece la società ha spiazzato tutti ancora una volta, come fece l’anno scorso. Viste le difficoltà per arrivare agli altri candidati allenatori, si è optato per la scelta “interna” (si fa per dire). Ma è evidente come fosse una scelta già decisa: anzi, l’Under 23 è stata nient’altro che una “copertura”. A prescindere da come fosse andata, e qui Sarri aveva ragione, Agnelli la sua decisione la sapeva già e attendeva soltanto la fine della stagione per comunicarla. Detto fatto: in poche ore dentro Sarri e fuori Pirlo.
Ma perché tutta questa fretta? Non è così comune in casa Juve, ma fa capire tante cose:
- Il club non poteva permettersi altri ingaggi importanti in società, quelli che invece chiedevano gli altri candidati;
- Agnelli aveva fretta di ripartire subito, e lo aveva detto ieri: “Avremo solo qualche giorno di tempo e poi programmeremo la stagione con entusiasmo”;
- A questo punto non importa più l’atteggiamento tattico dell’allenatore o il suo passato. Contano i rapporti umani, le motivazioni e la capacità di far rendere al meglio i big. E Pirlo, pur senza neanche una minima esperienza da allenatore, da calciatore ha dimostrato di coesistere, e anche bene, coi “grandi“. Anche perché in campo, lui, “grande” lo era già;
- La scelta è coraggiosa e rischiosa ma sa tanto di “nuovo ciclo“. Se con Sarri era nuova mentalità, qui è proprio nuovo ciclo. Rosa svecchiata, qualche certezza e si riparte quasi da zero.