E’ l’estate del 1997, ed il Milan ha grande voglia di rilanciarsi in grande stile. La stagione precedente è stata infatti fallimentare, con l’undicesimo posto finale in campionato e l’eliminazione prematura sia in Coppa Italia che in Champions League, sotto la guida di Tabarez prima e Sacchi dopo. Ecco perchè, volendo riprendere il proprio feeling con la vittoria, la società rossonera si riaffida a Fabio Capello ed investe parecchio denaro nella campagna acquisti estiva. Una campagna acquisti che, col passare del tempo, si rivelerà foriera di abbondante materiale per la ‘religione del bidonesimo‘. Tra i tanti nomi, che spaziano da Andreas Andersson a Dario Smoje, passando per Christian Ziege e Giampiero Maini, ne spicca, più degli altri, uno: quello di Winston Bogarde.
Bogarde lo ricordiamo tutti: difensore olandese dalle sembianze di un gigante, arriva dall’Ajax che tremare il mondo ha fatto, proprio come l’ex compagno Reiziger, giunto nella Milano rossonera esattamente un anno prima, e rivelatosi un flop terribile, al punto da essere stato ceduto proprio poco prima dell’arrivo dello stesso Bogarde. Un segnale che avrebbe dovuto scoraggiare Galliani che, invece, decide di acquistare comunque il buon Winston, oltre che Patrick Kluivert, dalla squadra dei ‘lancieri’.
Al suo arrivo in Italia vengono spesi numerosi elogi per Bogarde, giunto per dare manforte ai vari Maldini e Costacurta. In realtà Fabio Capello, che tutto è tranne che uno sprovveduto, capisce con che tipo di calciatore ha a che fare: un colosso di marmo dalla mobilità di un paracarro e dall’efficacia difensiva della carta velina. Al punto che ci si chiede come abbia fatto un giocatore simile ad avere vinto tutto all’Ajax arrivando a finire addirittura al Milan. Domande che diventano ancora più lecite quelle rarissime volte (4 per la precisione) in cui il tecnico friulano viene assalito dalla malsana idea di dargli fiducia dal primo minuto.
Una fiducia che si conclude definitivamente nell’infausto pomeriggio in cui lo sgraziato Bogarde, mentre il Milan è impegnato in campionato contro l’Udinese, si rende protagonista di uno sciagurato retropassaggio che, invece che al portiere Taibi, finisce tra i piedi di Bierhoff il quale, implacabilmente, sigla la rete del 2 a 1 conclusivo ai danni della controparte. E’ l’ultima volta – per fortuna – in cui si vede traccia di Bogarde nei campi di serie A. Ai primi del dicembre 1997, difatti, al Milan non pare vero di poterlo spedire nientemeno che al Barcellona: a volerlo è Van Gaal che, pochi mesi prima – come detto sopra – ha rilevato anche il cartellino di Reiziger dalla società rossonera: pare che negli uffici di Via Turati l’allenatore olandese sia ancora considerato come una sorta di benefattore…
Ovviamente neppure in ‘blaugrana’ Bogarde disputa prestazioni degne di un calciatore che si tenga entro i limiti della decenza: in tre stagioni vede il campo appena 26 volte e, nell’estate del 2000, dopo aver guadagnato parecchio denaro giocando poco in terra spagnola, emigra a Londra, dove firma per il Chelsea e dove riesce a battere l’incredibile record collezionato con la divisa del Barça. In quattro stagioni presso i ‘blues’, Bogarde scende in campo in appena 11 occasioni: se tenete conto che ha firmato un contratto di 3 milioni netti a stagione, vi rendete conto di come abbia guadagnato, in pratica, più di 1 milione a partita!
E proprio ai tempi del Chelsea una sua dichiarazione entra nella storia, ed è utile ad inquadra anche il personaggio: “Potrei essere titolare ovunque, ma qui faccio un sacco di soldi senza giocare. Cosa c’è di meglio?“. Insomma, quando si dice che la passione è alla base di tutto. Passione sì, ma per il contante… Una volta scaduto il suo contratto con il Chelsea, e dopo essersi allenato per qualche mese con l’Ajax – che però non ha voluto saperne di fargli firmare un contratto -, Bogarde,nel 2005 appende gli scarpini al chiodo: ha 35 anni, ha fatto parte di quattro delle squadre più importanti del mondo, ha vinto anche molto e guadagnato come pochissimi altri colleghi. In parole povere, Bogarde è l’emblema di come, nella vita, se ci credi, tutto è possibile. Di recente non abbiamo avuto grandi notizie di lui, eccetto quella riportata da Wikipedia che ci riferisce di come Winston, nel 2011, si sia visto pignorare la casa per debiti: un geniaccio, oltre che un bidone assoluto, no?