Luca Toni, attaccante dell’Hellas Verona, ha parlato a 360 gradi di molti temi tra i quali il suo futuro e il rapporto che ha avuto al Bayern Monaco con Van Gaal
Intervistato dai microfoni del “Corriere dello Sport”, Luca Toni ha affrontato molti temi tra cui la delicata situazione che sta vivendo il suo Verona, sempre più ultimo in classifica. Ecco le sue dichiarazioni: “Non mi aspettavo assolutamente questa situazione. Il calcio a volte ti regala cose inaspettate. Sia belle che brutte. A questo punto non abbiamo più niente da perdere e possiamo andare a giocarcela ovunque. Per restare in A servirebbe un’impresa, qualcosa di straordinario, ma nessuno vuole mollare”.
Il prossimo avversario sarà la Roma: “Per come era partita, per quanto aveva speso e per la piazza che ha alle spalle, tutti si aspettavano di più. Io compreso. Spalletti? Conosce l’ambiente e ha voglia di tornare in Italia e di rimettersi in gioco. Vedrete che non sbaglierà. A Roma, per me, sono stati 6 mesi fantastici e sarei rimasto volentieri se la società non avesse fatto altre scelte. Rischiammo di vincere lo scudetto, ma di fronte ci trovammo l’Inter di Mourinho che era nella sua stagione di grazia. Quel tricolore lo avremmo meritato noi per la rimonta che facemmo. Mi è rimasta dentro una grande amarezza perché uno scudetto vinto a Roma vale come 10 conquistati in un’altra piazza. Totti? Lui è un grande e un amico. Il problema è che tutti mi chiedono sempre… la sua maglia. Anche stavolta hanno già iniziato a stressarmi e ne deve regalare almeno tre o quattro. Se vuole iniziare a prepararle…”.
Nella sua carriera, Toni ha incontrato due allenatori con il quale non è riuscito ad andare d’accordo: “Cavasin al Fiorenzuola, in C1, non mi faceva mai giocare, ma soprattutto trattava male me e gli altri giovani. Van Gaal alBayern, però, ha fatto peggio: voleva a tutti i costi litigare con me, Lucio e Ribery perché eravamo amati dalla gente. Aveva in mente di portare i suoi uomini ed è riuscito a farmi andare via. Odia i latini”.
Quando era al Bayern ha avuto modo di incrociare Soriano: “E’ un esempio per i giovani. Lui al Bayern era nella squadra dei giovani e si allenava con la rabbia e la voglia di chi puntava ad arrivare. Molti ragazzi invece si credono già affermati perché indossano la maglia di una Primavera importante. Soriano si è fatto con il lavoro e gli allenamenti in palestra. In una grande giocherebbe ancora meglio che nella Sampdoria“.
Parlando poi di attaccanti, Toni incorona Higuain: “E’ il più forte centravanti che c’è adesso in Italia e con Sarri che gli dà fiducia è arrivato al top. Ha il gol nel sangue come Icardi che anche quest’anno arriverà a quota 20 reti. Il nuovo Toni? Ha caratteristiche diverse, ma a me piace tanto Gabbiadini. Sta giocando poco al Napoli, ma in qualsiasi altra formazione sarebbe titolare”. Su Balotelli invece dichiara: “I grandi attaccanti si giudicano per i gol e gli assist. Balotelli è forte, ma di lui si parla troppo per quello che fa fuori dal campo e poco per le sue prestazioni. Maradona era un matto, ma ti trascinava alla vittoria. Mario non lo fa ed è un peccato perché le qualità le ha. Per tornare al top gli deve scattare qualcosa dentro”.
Infine parlando del suo futuro e della possibilità di ritirarsi, Toni dichiara: “Prima o poi dovrò smettere e quel giorno si sta avvicinando, ma non so se accadrà al termine di questa stagione: dipende anche da come finirà e da come starò fisicamente. Comunque ci penserò a giugno. Di certo voglio rimanere nel mondo del calcio: ci lavorano troppe persone che non capiscono niente e io credo una certa esperienza di averla maturata. Ruolo? Non l’allenatore: troppo stress. Magari il dirigente o il procuratore”