Riccardo Montolivo e’ al Milan dal 2012. Ne ha viste tante, ha vissuto momenti belli e tanti altri difficili, ora e’ uno dei leader del nuovo “Diavolo”, quello cinese, quello rifondato da Mirabelli e Fassone che non sta raccogliendo quanto sperato. “Credo che il confronto con il Milan vincente del passato abbia schiacciato un po’ di squadre del passato – ha spiegato il centrocampista in un’intervista al Corriere della Sera -. In questo Milan credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava cosi’ tante difficolta’. Non eravamo pronti, ci aspettavamo un cammino piu’ in discesa e a un certo punto c’e’ mancato il terreno sotto i piedi. Tutti stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo e’ stato un argomento usato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio e’ per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare: cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra puo’ fare per me. Lo spogliatoio e’ stato unito e sano sin da subito perche’ e’ composto da persone perbene. I nuovi acquisti sono stati selezionati su criteri tecnici, ma anche umani”. Intanto lui con Gattuso ha ritrovato un ruolo importante in squadra e soprattutto ha riconquistato la fiducia dei tifosi. Si gode gli applausi dei tifosi, ma sa “che arriveranno anche i momenti duri. E’ stata una soddisfazione perche’ l’estate e’ stata molto difficile, poi sono stato diverse partite senza giocare: il momento di difficolta’ mi ha fatto crescere, ho dovuto lavorare su me stesso, senza cercare alibi”.
Era capitano, poi e’ arrivato Bonucci e la fascia e’ passata sul suo braccio. “La societa’ voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ma nessun problema”. Si dice che senza fascia giochi piu’ sereno. “Questa e’ un’analisi che fece per primo Montella, ognuno puo’ farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere piu’ la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi”. Capitlo allenatori, da Montella a Gattuso che “ha cambiato gli allenamenti, intensita’ e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa”. Montella era passato alla difesa 3. “Decisioni prese per cercare un’identita’ che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio di modulo abbia portato difficolta’ maggiori, anche perche’ avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e a meta’ settembre ci siamo trovati a cambiare. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, e’ stata tutta una rincorsa. Gattuso ha portato passione, serieta’, cura dei dettagli. E l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, era la miglior qualita’ di Allegri”. Di allenatori ne ha avuti tanti, spiega che deve tanto a Mihajlovic e su Montella dice: “preparato sul campo, ma credo possa migliorare nell’empatia con i giocatori”. Il Mondiale e’ una ferita aperta, a livello federale ripartirebbe “dando importanza agli ex calciatori, penso che Damiano Tommasi possa essere la persona giusta. Conosce il calcio”. Per lui il 2018 “sara’ l’anno di Cutrone. Adesso arriva la parte difficile, quando tutti si aspettano qualcosa da te. Var? Assolutamente favorevole, aumenta la trasparenza, non elimina tutti gli errori, ma li limita in gran numero. Per un calciatore e’ una grande serenita'”. (ITALPRESS).