Agnelli: “Messi via dal Barcellona? Sarebbe un bene per il calcio italiano”. E su Juve-Inter è pessimista

Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di 'Tutti convocati', su 'Radio 24'
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Intervenuto ai microfoni di Radio 24, nel corso della trasmissione ‘Tutti Convocati’, il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha trattato diversi temi. Si passa dalla gara contro l’Inter a Messi fino a Guardiola. Il tema caldo in questi giorni è il Coronavirus: “In questo momento la priorità per il Paese è la tutela della salute pubblica, a partire da questo c’è un dialogo con chi deve decidere, noi accetteremo le decisioni prese. Difficile sospendere il campionato, abbiamo calendario fitto”.

Circa la possibilità di giocare in uno stadio diverso Andrea Agnelli è pessimista: Juve-Inter in un altro stadio? Complicato, senza spettatori ne risentirebbe il prodotto calcio italiano, gli addetti ai lavori, però, devono avere la priorità della salute pubblica”. Si passa poi all’analisi dei risultati sul campo: “Voto al primo semestre? Ottimo, siamo primi in classifica e abbiamo superato da primi il girone di Champions. Vincere è dogma juventino. Abbiamo vinto 8 scudetti, siamo in corsa per il nono ma la statistica dice che non sarà sempre così”.

Capitolo Messi. L’argentino sembra al capolinea a Barcellona. Questo il parere di Agnelli: “Messi via dal Barcellona? Se le prime 5 del campionato italiano avessero un campione come Messi sarebbe un bene per il calcio italiano. Il nostro problema è l’estero, l’appetibilità della Serie A all’estero”.

Si parla anche di Allegri, Sarri, Conte e Guardiola“Resto amico di Allegri che ho incontrato anche la scorsa settimana, stima e affetto intatti. Le valutazioni sono state diverse e ci hanno portato a fare un cambio di guida tecnica, con la scelta di un allenatore con le caratteristiche di Sarri. Conte? Noi guardiamo chi prendere. Conte è una bandiera juventina. Con Antonio il rapporto è cordiale e disteso, sono professionisti e lui ha scelto di provare a vincere con l’Inter. Guardiola? Eresia dire che non si pensa a Guardiola, oggi però va valutato il momento che vive, come ogni professionista. Se uno è felice dove sta difficilmente si muove”.

La lotta Scudetto vede coinvolta anche la Lazio: “Lazio non ha obbligo di vincere, la spensieratezza è il suo vantaggio ma può essere anche un nemico se rimanessero soddisfatti della qualificazione in Champions”.

Chiosa su Paratici: “Paratici sotto esame? No, è un grandissimo dirigente lo ha dimostrato e lo dimostra tutt’ora. L’unica differenza rispetto al passato è che ora è sotto i riflettori, prima no”.

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