La storia di Gianluigi Lentini. L’ala che fece innamorare i tifosi del Torino e non solo con le sue discese sulla fascia e i suoi irresistibili dribbling, raccogliendo l’eredità di predecessori illustri come Gigi Meroni e Claudio Sala, fu protagonista del 1992 di uno dei più clamorosi trasferimenti della storia del calcio italiano. In quel giugno di 28 anni fa il Milan di Silvio Berlusconi lo acquistò per l’allora cifra record di 18,5 miliardi di lire, scatenando la violenta reazione dei tifosi granata, che già delusi per la mancata vittoria della Coppa Uefa, persa in finale con l’Ajax, presero d’assalto alla sede del club. Circa duemila ultras si ritrovano davanti alla sede della società in Corso Vittorio Emanuele II, sfondarono due cancellate, sfasciarono alcune automobili, spaccarono i vetri delle finestre del piano terra e diedero fuoco ai cassonetti dei rifiuti. Un vigile del fuoco rimase ferito e le forze dell’ordine dovettero ricorrere ai lacrimogeni per disperdere la folla inferocita. “Se Lentini se ne va bruceremo la città” fu il coro più gettonato. Non venne risparmiato nemmeno Lentini, costretto a uscire di nascosto dalla sede dell’Ansa dove si era recato per un’intervista. Firmata l’acquisizione da record, in relazione alla quale vi saranno poi indagini giudiziarie (Processo Lentini) per il presunto pagamento di altri 10 miliardi fuori bilancio, il presidente Berlusconi mette il calciatore a disposizione di mister Capello. Con i rossoneri saranno più ombre che luci. Alla fine segnerà 13 gol e vincerà tanto, ma senza esprimersi ad alti livelli.
Lentini rischiò la vita in un incidente che lo tenne lontano dai campi per quasi un anno e che ne condizionò la carriera, dopo che al suo primo anno in maglia rossonera aveva già dato il suo contributo alla conquista dello scudetto e al raggiungimento della finale di Coppa Campioni. Nella notte del 2 agosto 1993, al rientro dopo aver preso parte al torneo organizzato per il centenario del Genoa (o forse da una notte d’amore con la signora Schillaci, moglie del compagno di squadra Totò), fu coinvolto in un grave incidente automobilistico lungo l’Autostrada Torino-Piacenza, salvandosi miracolosamente. Lo schianto avviene perché, avendo sostituito una gomma forata con il “ruotino”, accelerò troppo e si schiantò a quasi 200 km/h. Dopo il ritiro è rimasto sempre in disparte, lontano dal mondo del calcio: “Mi piaceva solo la parte sul campo, di tutto il contorno mi è importato sempre poco. Purtroppo non ho più l’età per essere un giocatore e quindi preferisco rimanerne fuori, anche se mi piace sempre guardare qualche bella partita in televisione“, dichiarò.