Abbiamo ancora negli occhi i festeggiamenti di Napoli dopo la vittoria della Coppa Italia. Assembramenti, non tutti con la mascherina e tante polemiche. E qualche giorno prima a Reggio Calabria è accaduto lo stesso per l’ufficialità della promozione in Serie B della Reggina. Anche lì tante polemiche. Già, le polemiche. Le imperdibili, immancabili, polemiche. Maledette loro. Ogni occasione è buona per fare polemica. In Italia, almeno… “Moriremo tutti”, “Incoscienti italiani”, “Ci vedremo tra due settimane” i messaggi più comuni sui social.
Vi svelo un segreto. Ieri il Liverpool, per via della sconfitta del Manchester City in casa del Chelsea, ha avuto la certezza della vittoria della Premier League dopo 30 anni. E la sapete una cosa? Anche lì i tifosi si sono riversati per le strade della città a festeggiare tra un coro, un colpo di clacson e tanti assembramenti senza mascherina. Incoscienti italiani… Ah no, non è in Italia. Liverpool si trova in Inghilterra. A Liverpool, quindi, come a Napoli e Reggio Calabria. Né più ne meno. Anzi, uguale. Eppure, dall’esterno non pare che l’indignazione sia stata la stessa rispetto a qui. In Italia ci indigniamo da mesi, quando lo si doveva fare (nel pieno della pandemia) e quando no (da ormai due mesi almeno al Centro-Sud). Al Centro Sud l’emergenza non c’è attualmente e, in alcune zone, probabilmente non c’è mai stata. Eppure si continua ad inveire contro un bersaglio sempre diverso e non correttamente specificato. Si è passati dal runner alla movida passando, appunto, per i tifosi che urlano e cantano per le strade. Ah, per la cronaca: dai festeggiamenti di Reggio Calabria da parte dei tifosi della Reggina sono passati 14 giorni. Lo volete sapere un altro segreto? Non è cambiato nulla rispetto alla situazione di due settimane fa, prima della festa, e di due settimane prima ancora. E di un mese prima ancora. Insomma, anche i tifosi, come i ragazzi che frequentano la movida e i runner, sono diventate delle vittime ingiustificate.
Eppure, con il lockdown ancora imposto (finisce il 4 luglio), festeggiano anche a Liverpool, in Inghilterra. E, tra cittadini e stampa, si sono indignati in pochi. Ma non vi preoccupate, ci abbiamo pensato anche in questo caso noi italiani ad indignarci al posto loro. Siamo maestri…