Napoli, Rudi Garcia si presenta con il botto e De Laurentiis si sbilancia su Osimhen

Rudi Garcia si presenta come nuovo allenatore del Napoli: le prime indicazioni dentro e fuori dal campo

CalcioWeb

Giornata di presentazione per Rudi Garcia al Napoli, inizia ufficialmente il post-Spalletti. “La cosa bella che arriva da me e dal presidente sono le ambizioni. De Laurentiis ha messo un’asticella bella alta. Il sogno è vincere trofei. Complimenti perché dopo 33 anni si è vinto lo Scudetto, ma il Napoli deve giocare la Champions League ogni anno ed essere una squadra molto importante in Italia come l’anno scorso”, sono le prime parole dell’allenatore azzurro.

“Non ho paura di niente, a parte i problemi di salute. Ho già fatto i complimenti per la stagione scorsa. Questa vittoria in campionato deve dare tanta fiducia a ognuno di loro, però quando si comincerà la nuova stagione, la preparazione, si riparte da zero. E’ molto difficile dire che senza fare sforzi, senza sudore, senza il collettivo si può arrivare a grandi traguardi. I calciatori da un lato devono dimenticare quello che hanno fatto. Questa fiducia, anzi, deve servire a rimanere umili. Ci sarà tanto lavoro. La cosa che mi è piaciuta invece è che ho visto una squadra. Non solo singoli, ma una squadra che difendeva tutti insieme. Poi la rosa è ampia, c’è anche la panchina per risolvere le partite. La cosa che mi ha rassicurato è che il presidente è ambizioso. Vuol dire che se è ambizioso mi darà una squadra di qualità. E con una squadra di qualità possiamo divertire i tifosi.

Le mie squadre attaccano, fanno dei gol, fanno di tutto per gestire la gara, avere il possesso palla e fare gol. Lasciatemi il tempo di lavorare con i giocatori, poi quando si parte si parte a bomba. Saremo una squadra tosta, che lotta, una squadra che può crescere. Ci sono tanti calciatori giovani che a quell’età possono migliorare. L’ho fatto in passato e lo farò anche qui. Lavorerò col mio staff affinché la squadra sia competitiva. E’ una panchina più bollente o stimolante? Il bello del mio mestiere è che, è vero che lasci persone e amici dove sei passato, ma poi ne trovi delle nuove. Darò il meglio di me. Chiunque si sieda sulla panchina del Napoli, dopo uno Scudetto, sa che il lavoro è arduo perché è difficile fare meglio. Ma i giocatori sanno di dover dare di più. Io non vengo qui a rivoluzionare tutto. Vediamo se la squadra somiglia nella rosa a quella dell’anno scorso, se sarà così non toccherò molto, ma qualcosa farò. Abbiamo parlato tanto di 4-3-3, ho fatto tanto bene col 4-3-3, ma ho usato anche altri moduli di gioco. Perché lo dico? Perché un allenatore deve adeguarsi alla rosa e trovare il modulo giusto. Sembra che il 4-3-3 sia perfetto per il Napoli, ma oggi ci sono analisi video, c’è uno staff che conosce i singoli, per cui la tua squadra deve saper cambiare anche modulo di gioco durante una partita. Voglio che i miei giocatori abbiano una cultura tattica importante. Il mio modulo di base è quello, il 4-3-3, ma io voglio calciatori intelligenti”.

Rudi Garcia
Foto di Guillaume Horcajuelo / Ansa

A Napoli ritroverà Anguissa che aveva avuto a Marsiglia: “ho fatto esordire io a Marsiglia, era un po’ il mio piccolo, anche se è una montagna fisicamente. Sono contento di ritrovarlo, ha fatto un gran salto di qualità da quando ha lasciato Marsiglia. E’ andato in Inghilterra e in Spagna, ora in questa stagione ha dimostrato di essere un giocatore importante in campo e nello spogliatoio. Trovo un altro Frank, ma sono contento di ritrovarlo. Lui sa che con lui sarò ancora più esigente e che può ancora migliorare, è un piacere ritrovarlo’. Quant’è cambiato il calcio italiano in questi sette anni? ‘Quest’anno in tutte le finali c’era una squadra italiana, vuol dire che il calcio italiano è tornato in alto. Speriamo di portare in alto in Europa l’anno prossimo ancora i colori del Napoli. Al presidente non ho fatto nessuna richiesta particolare. Io ho sposato un progetto sportivo, volevo solo essere sicuro che il presidente volesse ancora vincere i trofei e avere una squadra competitiva. Il resto non è stato importante, non c’è stato bisogno di fare domande. Sono nel calcio da tempo, so che potrebbe accadere qualche cessioni dinanzi a un’offerta importante. Ma nessun calciatore è insostituibile. Io ho fiducia nel presidente e nell’area tecnica del Napoli che lavora tanto bene sul mercato. Nella squadra dell’anno scorso ci sono tanti calciatori che nessuno conosceva a parte l’area tecnica del Napoli”. 

Lobotka sarà importante come il De Rossi della sua Roma? “Il cuore del mio gioco è sempre stato il centrocampo. Anche la forza della squadra che ha vinto lo Scudetto è stata anche questa. La rosa consta di giocatori forti, mi dà la possibilità con i cinque cambi di avere soluzioni importanti in panchina. Lobotka è un giocatore fantastico. Mi auguro di trovare ancora in questo reparto giocatori che giocano, che fanno possesso palla, ma anche che difendono subito quando l’avversario la recupera. E l’anno scorso, nelle partite del Napoli che ho visto, era così, tutti correvano. Ci sono tante squadre in cui ci sono le superstar che lavorano solo con la palla, poi hai problemi in fase difensiva. Il bello del Napoli invece è che tutti corrono, sia con la palla che senza”.

“Io ho dei valori e questa squadra deve metterli in campo: l’umiltà, l’ambizione, il sudore. Ci sarà il talento che può fare la differenza, ma si gioca in undici e la rosa è di venticinque, ogni calciatore è molto importante. Anche il calciatore più giovane, che deve crescere e avere voglia di essere della squadra del Napoli. In Italia si dice ‘senso di appartenenza’ e questa è una cosa molto importante. Nel calcio attuale non ce n’è tanto, ma per me è sempre importante la maglia che vesti e lo stemma che si ha sul cuore. La maglia va rispettata, dobbiamo dare il meglio per questo. Il cuore dei tifosi del Napoli è orgoglioso e può esserlo, questo è importante. Bisogna mantenere questo senso d’appartenenza. Quando il presidente ha preso la squadra, il Napoli era in Serie C. Lo Scudetto è del presidente, dei calciatori, ma anche dei tifosi. Io ho giocato qui con la Roma e devo dire che giocare a Napoli è tosta, il tifo è importante, la gente spinge la squadra e incide anche sul risultato. Faremo di tutto per avere i tifosi dietro di noi e farli divertire”.

Infine lo staff: “nello staff ci sono persone di qualità, con uno di loro ho lavorato a Roma. Spero di combinare le competenze del club e quelle che porto io con i miei tre assistenti. Lo staff è già importante. La guida della squadra la faccio io, ma lo staff è molto importante. Oggi si lavora molto in video per migliorare di squadra e individualmente. Sono sicuro che faremo un bel lavoro. Ma un bel lavoro deve essere finalizzato a un bel risultato. Quindi punteremo ai risultati'”.

De Laurentiis
Foto di Massimo Percossi / Ansa

Indicazioni anche da De Laurentiis. “Non c’è mai stato un vero e proprio casting, anche perché ho pensato al nuovo allenatore dal 5 giugno in poi, ossia dopo la festa scudetto del Napoli, che mi ha impegnato per tre settimane piene avendo coinvolto anche la Rai in una cosa molto bella. Dunque in meno di quindici giorni ho scelto l’allenatore, devo dire che ho letto la lista fatta da voi e sono rimasto, non solo per quello, colpito da Rudi Garcia. Un allenatore che predilige il 4-3-3, modulo che ha sempre adottato; è arrivato secondo in Serie A con la Roma, e poi con il Lione ha fatto cose interessanti in Champions League, competizione a cui tengo. Così l’ho chiamato, e siamo subito entrati in sintonia”.

Su Osimhen: “Con lui ho parlato qualche giornata prima della festa scudetto. Quando l’ho preso non mi sono sbagliato, è un calciatore che è legato a questa città, ha dato tanto come uomo. Osimhen deve rimanere, l’ho già detto in più occasioni: poi se arriva un’offerta che farebbe bene al Napoli, a quel punto valuteremo. Tra noi c’è massimo trasparenza, c’è già l’accordo per il prolungamento di altri due anni con il Napoli”.